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 2009  febbraio 03 Martedì calendario

MICROMEGA CONTRO FAZIO. HACK: NON E’ UN EROE. VAIME LO DIFENDE


Pugnalato da sinistra. Appena incassato lo scoop di Carla Bruni, mentre gli ascolti gli sorridono, Fabio Fazio finisce sotto accusa su Micromega.
Annoverato tra i «santini del veltronismo» assieme a Roberto Benigni e Jovanotti.
In una raffica di critiche il mensile di Flores D’Arcais lo definisce «un domandante senza domande» che «come nessuno ha saputo tramutare la pavidità in cifra stilistica». E lo infilza con un paragone aborrito: «Se lo facesse Emilio Fede» «la critica di sinistra lo demolirebbe». Per Andrea Scanzi, giornalista de La Stampa che firma l’articolo, Fazio è «lo shampoo del centrosinistra.
La mamma enorme del veltronismo» «che dispensa sacramenti e benedice mischiamenti». Ed «è intimamente terrorizzato dall’idea di essere oscurato». «Perché scoperchiare disgraziatamente qualche verità e rischiare il posto di lavoro e i due milioni di euro annui»? interpreta il giornalista. E giù accuse alla tecnica di «disinnescare a priori» le discussioni con lo scherzo. Come con Margherita Hack, invitata nella stessa puntata di Beppino Englaro, priva di domande sull’eutanasia. «Sì, non capitò – ricorda l’astrofisica – Fazio è onesto ma non è un eroe. Non è Santoro. Anche se è sotto tiro anche lui. Del resto Giordano Bruno si fece bruciare, ma Galileo abiurò».
«E’ molto facile demolire Fabio perché e educato e rispettoso, capisco che questo possa irritare. E’ intelligente e informato e quando parla con gli ospiti conosce vita e opere e non si lascia influenzare dal cafonal, perciò non è "in"», lo difende invece Enrico Vaime, storico autore tv, che con Fazio ha firmato da Sanremo alla radiofonica Blackout. «Ha successo. E questo è difficile da perdonare. Tra l’altro, a dispetto di una superiorità che non gli appartiene, ne soffre moltissimo». E il veltronismo? «Mi spiace deludere Veltroni, ma non lo è affatto. I veltroniani sono bravi nell’orale. L’accostamento non giova a Fabio che è una persona per bene. E nella storia della tv avrà un posto. Altri non credo».