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 2009  febbraio 05 Giovedì calendario

DANIELE MARTINI PER PANORAMA 5 FEBBRAIO 2009

Dea bendata In palio ci sono 33 miliardi di euro, tanto vale il mercato italiano di Gratta e vinci, slot machine, scommesse ippiche. Un piatto che fa gola non solo a Sisal, Snai e Lottomatica ma a inglesi, tedeschi, spagnoli, austriaci. guerra per le concessioni
Per 33 miliardi di euro sta per scoppiare la prima guerra mondiale dei giochi. Scadono le concessioni di Gratta e vinci, slot machine e scommesse ippiche e le aziende di mezzo mondo si danno battaglia in Italia per metterci le mani sopra. Insieme i tre giochi valgono, appunto, circa 33 miliardi, oltre metà della raccolta del settore, arrivata a 47,5 miliardi di euro nel 2008: il terzo mercato del mondo e un incremento del 12,7 per cento rispetto all’anno precedente.
I giochi italiani, del resto, sono tutto un record e si fanno beffe della crisi. Le slot che nel 2004 hanno sostituito i videopoker illegali sono arrivate a 21,6 miliardi, mentre il Gratta e vinci è aumentato di 32 volte, da 282 milioni nel 2003 a 9,2 miliardi oggi. Le scommesse sui cavalli languono, però ancora raccolgono 2,2 miliardi all’anno. E la crescita non è finita. Secondo l’agenzia specializzata Agicos, nel 2009 il comparto giochi salirà di altri 2,5 miliardi oltre la soglia dei 50.
Le gare per l’assegnazione delle concessioni saranno di tipo europeo e quindi aperte alla partecipazione di soggetti esteri. Ovvio che i leader mondiali si stiano dando parecchio da fare, dagli inglesi della Camelot agli spagnoli della Codere, dai greci dell’Intralot ai tedeschi Gauselmann e agli austriaci Admiral, più i soliti noti italiani, con in testa Lottomatica, Sisal e Snai. Dal conflitto uscirà una nuova Yalta dei giochi, un ordine con aree di influenza inedite, alleanze ridisegnate, poteri ridistribuiti e destinati a reggere per almeno metà del prossimo decennio.
Le aziende straniere cercheranno di sfondare nel mercato italiano in cui alcune sono già presenti, seppure in posizione marginale (la Intralot, per esempio, è il quarto operatore nelle scommesse). Loro obiettivo sarà intaccare in misura sostanziale l’assetto italocentrico finora solo scalfito dalle aperture alle aziende straniere e costruito intorno ai tre gruppi nazionali: Sisal, Snai e Lottomatica, con la Lottomatica più protesa verso l’estero, in particolare gli Stati Uniti, dove ha acquistato il colosso Gtech. E la Sisal ormai in mano a fondi internazionali come Permira e Apax.
In concorrenza su tutto, le tre società italiane cercheranno di difendere il recinto di casa senza rinunciare alla guerra interna. Lottomatica e Snai, per esempio, hanno deciso di andare all’attacco con una mossa che sa di dichiarazione di ostilità, chiedendo di poter esaminare i termini dell’offerta con cui la Sisal un anno fa si è aggiudicata il Superenalotto.
In risposta il nuovo amministratore Sisal, Emilio Petrone, ha fatto sapere che intende partecipare alla gara per il Gratta e vinci, non per onor di firma ma per vincere, e si è augurato una rapida pubblicazione del bando «entro il primo semestre 2009». E per far capire che non scherza ha arruolato un manager di primo livello, Maurizio Santacroce, fino a un anno fa in Lottomatica come direttore proprio del Gratta e vinci, e lo ha messo alla guida di un gruppo di esperti istituito per la gara dei «grattini».
Dei tre fronti aperti il Gratta e vinci è quello più caldo, perché legato a un business particolarmente ricco, non solo in termini di volumi, ma anche per i vantaggi ai gestori della filiera. L’attuale concessionario, il Consorzio nazionale lotterie guidato con oltre il 60 per cento dalla Lottomatica, seguita da Federazione tabaccai con il 15 e Scientific games con un altro 15, incassa solo di aggio circa 400 milioni di euro l’anno, mentre i rivenditori, dai tabaccai ai baristi, si spartiscono 750 milioni.
Il secondo fronte della guerra dei giochi è quello delle scommesse ippiche. In palio ci sono 2.300 agenzie nuove, più le 329 storiche, controllate in prevalenza dalla Snai, che per legge non possono più operare dal prossimo 31 marzo, e infine le circa 400 in mano a diversi soggetti (con in testa Snai e Sisal) che scadrebbero nel 2012, ma che se riconsegneranno le concessioni potranno puntare a ottenerne di nuove fino al 2016. Entro febbraio è prevista la pubblicazione del bando di gara e i più determinati a battersi sono Snai e Sisal per difendere e possibilmente ampliare la posizione di leader. Dovranno vedersela con la Lottomatica, gli inglesi di Ladbrokers e forse i greci della Intralot.
La battaglia per le slot machine scoppierà un po’ più tardi perché la concessione scade nell’autunno 2010, ma anche in questo caso gli interessi in ballo sono giganteschi, tanto che le manovre dei big sono già partite. Finora la raccolta è stata in mano a dieci colossi, i soliti italiani più Codere, Cogetech, Gamenet, GMatica, Atlantis e Hgb, che insieme ai gestori e ai baristi si spartiscono il 12 per cento circa degli incassi. In futuro al banchetto vogliono sedersi i tedeschi Gauselmann, gli austriaci della Admiral e gli inglesi della Leisure Link.