Fulvio Milone, La stampa 31/1/2009, 31 gennaio 2009
BAMBINI RAPITI PER I TRAPIANTI
I «bambini invisibili», quelli che vengono da paesi lontani e scompaiono nel nulla, quelli i cui volti sono ripresi per qualche attimo dalle telecamere dei tg nei servizi sugli sbarchi dei clandestini, sono in realtà delle piccole «miniere d’oro» per i trafficanti di carne umana che venderebbero i loro organi anche in Italia.
Lo dice il ministro dell’Interno Roberto Maroni all’assemblea annuale dell’Unicef a Roma: «Abbiamo delle evidenze di traffici di organi di minori che sono presenti e sono stati rintracciati in Italia». Una frase dura come un pugno allo stomaco. Soprattutto se a pronunciarla è il titolare del Viminale, convocato per la prossima settimana dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale presieduta dal senatore del Pd Ignazio Marino. Il quale non nasconde il suo scetticismo: «Le parole di Maroni sono di una gravità inaudita, in Italia il sistema dei trapianti è sicuro». Maroni, ad ogni modo, precisa che «le evidenze» a cui si riferisce si spiegano con l’analisi incrociata dei dati sui ragazzi extracomunitari scomparsi e le segnalazioni sui traffici d’organi inviate dai Paesi d’origine alla polizia italiana.
Gli immigrati
Il ministro cita ad esempio Lampedusa: «Su 1.320 minori approdati sull’isola l’anno scorso, circa 400 sono spariti. Incrociando questo dato con alcune segnalazioni sul traffico di organi fatte dai Paesi di origine di questi ragazzi, possiamo ritenere che il fenomeno tocchi anche l’Italia».
Siamo, insomma, ancora nel terreno scivoloso dei sospetti: «Oggi gli strumenti che abbiamo a disposizione non ci consentono di accertare se effettivamente la scomparsa di questi minori sia da mettere in relazione con la compravendita degli organi - aggiunge Maroni -, ma li avremo appena il Parlamento approverà il Trattato di Prum già approvato in Senato». Il Trattato prevede l’istituzione di una banca dati del Dna in cui far confluire i codici genetici dei minori, e garantire così non solo la certezza della loro identità, ma anche rintracciabilità dei loro organi nell’ipotesi peggiore. Nel frattempo, però, non restano che i metodi d’indagine tradizionali, sia pure sofisticati, dei nostri organi di polizia. I quali, fino ad oggi, non hanno raccolto elementi che confermino un simile traffico in Italia. Indagano da tempo e continuano a farlo, ma non hanno trovato prove concrete. E le inchieste della magistratura svolte negli anni scorsi a Trieste come a Roma, a Napoli come a Catanzaro, si sono incagliate in un mare di semplici sospetti. Nell’ultima relazione semestrale del Commissario Straordinario per le persone scomparse Rino Monaco, che fa capo proprio al Ministero dell’Interno, si conferma che «al momento non risultano attivati nel nostro Paese procedimenti giudiziari in materia di tratta di minori venduti per traffico di organi, reato invece emerso in alcuni Paesi extracomunitari, in particolare del Nord-est Asiatico».
Le sparizioni
Nessun riscontro, dunque, ma dati preoccupanti sulle sparizioni, questi sì. Scorrendo le statistiche inserite nella relazione si scopre che dal ”74 all’anno scorso sono 9.802 i minori scomparsi e mai rintracciati, 8.080 dei quali stranieri. «Raffrontando i dati relativi al primo semestre 2007 con quelli dello stesso periodo relativo al 2008 - è scritto ancora nella reazione -, si rileva un aumento di 178 unità pari ad un incremento del 25 per cento... Per quanto riguarda i minori stranieri, la lievitazione del fenomeno è da mettere in relazione all’aumento dell’immigrazione di cittadini extracomunitari». Ed è davvero impressionante il «picco» denunciato da Maroni per quanto riguarda Lampedusa: non a caso, la Sicilia è largamente in testa alle classifiche di tutte le altre regioni per quanto riguarda le scomparse dei minori. «Complessivamente ne spariscono 8 alla settimana, molto spesso fuggono dalle case di accoglienza in cui vengono accompagnati - aggiunge Maroni -. Informiano i loro Paesi d’origine: a distanza di tempo ci rispondono che i ragazzi potrebbero essere rimasti vittime di traffici criminali».
La relazione del Commissario Monaco si conclude con una proposta: «Si ritiene opportuno che per tutti i minori, extracomunitari, comunitari e italiani, sia previsto il rilascio del documento d’identità elettronico dai 4 anni in su, con l’acquisizione dei rilievi dattiloscopici o comunque di dati biometrici».
Le polemiche
Ma sul caso dei «bambini invisibili» sollevato da Maroni non mancano le polemiche. L’organizzazione internazionale «Save the children» aspetta «riscontri alle parole del ministro, visto che noi non ne abbiamo». Insorge il direttore del Centro Nazionale Trapianti, Nanni Costa: «La rete italiana è estranea a qualsiasi ipotesi del genere». Protesta anche l’opposizione in Parlamento. Rosy Bindi, del Pd, chiede che «il governo spieghi al più presto in aula le affermazioni del ministro dell’Interno. Sarebbe irresponsabile gettare sospetti sulla sicurezza e l’affidabilità della rete dei trapianti italiana».