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 2009  febbraio 01 Domenica calendario

I «POVERI», I RICCHI E I GRANDI AFFARI


Rispetto ad altre amministrazioni, quella Obama è tra le più «povere», quanto a censo dei suoi membri. Bisogna sempre tenere in mente che le amministrazioni Clinton e Bush, solo per citare le ultime, erano farcite di miliardari molto più dell’attuale. Ma proprio per questa sua - sempre relativa - «indigenza», i dati che seguono sono ancora più significativi.
Il gruppo che qui esaminiamo può essere scisso grosso modo in tre parti. Il primo sottogruppo consiste di public servants (a esclusione dei settori degli esteri e della difesa, come vedremo) che non hanno avuto modo né di accumulare ricchezze, né di entrare in succosi consigli di amministrazione.

Gli squattrinati
Tra questi «poveracci» ci sono Hilda Solis, Steven Chu; Shaun Donovan, Arne Duncan e Lisa Jackson. Persino il nuovo ministro del Tesoro, Timothy Geithner, può essere annoverato tra gli squattrinati, benché come governatore della Federal Reserve di New York percepisse 398.000 dollari l’anno, una cifra quasi da fame per la classe dominante Usa.
Vi sono poi politici che hanno guadagnato bene come avvocati, ma non hanno ancora tratto profitti economici dalla loro carriera. Tra loro, primo fra tutti Barack Obama, ma poi Janet Napoletano che era avvocata nel secondo più grande studio legale dell’Arizona (Lewis and Roca Llp), il ministro degli Interni (un «ministro del West») Ken Salazar o il deputato californiano di lungo corso Leon Panetta: la loro carriera forense è servita piuttosto a raccogliere fondi elettorali tra i propri ex colleghi.
Già col ministro dell’agricoltura, Tom Vilsak, cominciamo a muoverci in un terreno più ambiguo, visto che come governatore dello Iowa ha favorito sempre le lobbies degli Ogm (organismi geneticamente modificati), tanto che nel 2005 fu nominato «governatore dell’anno» dalla Biotechnology Industry Organization.

La zona grigia
C’è un gruppo di grand commis o politici che sfiora le grandi ricchezze. Dopo essere stato sottosegretario alla giustizia con Clinton, Eric Holder ha lavorato come avvocato nello studio legale Covington & Burling che rappresenta ditte come Ed Lilly e Merck (farmaceutiche), Ibm, General Electric, Procter & Gamble, Microsoft, Verizon, Armani, Bank of America, Morgan Stanley. Similmente, dopo la sua sconfitta al Senato (2004), il nuovo ministro della Sanità Tom Daschle divenne consigliere del più grande studio legale di Atlanta (e 40esimo negli Usa) Alston & Bird (900 avvocati ad Atlanta). Nel primo semestre 2008 questo studio fu pagato 5,8 milioni di dollari per rappresentare gli interessi di varie corporations al Congresso: 4 milioni venivano da compagnie del settore sanitario.
Lo stesso si può dire della nuova «zarina» dell’ambiente, Carol Browner, che - dopo la fine dell’amministrazione Clinton - nel 2001 è stata una delle fondatrici e direttrice dell’Albright Group, un «gruppo di strategia globale» guidato dalla ex Segretaria di Stato Madeleine Albright: il gruppo assiste le multinazionali, per esempio Coca Cola e Merck, per aiutarle a rispettare le limitazioni ambientali e climatiche. Nel 2005 Browner è stata anche tra le fondatrici dell’Albright Capital Mangament, una ditta di consulenza per gli investimenti che nel 2006 ha gestito 150 milioni e nel 2007 329 milioni di dollari da investire in mercati emergenti (al gruppo partecipa l’ex ministro degli esteri tedesco Joska Fischer). In questa pattuglia può essere arruolata anche Susan Rice che è stata direttrice operativa di Intellibridge, una ditta di analisi strategiche con 200 analisti, comprata nel 2005 da una ditta di consulenza di «rischio politico», Eurasia Group.
A questo livello di «politica benestante» appartengono anche i due consiglieri più stretti di Obama, David Axelrod e Valerie Jarrett. Axelrod è uno dei soci (e fondatori) dell’agenzia politica AKP&D Message and Media, che sta ai partiti politici come le agenzie pubblicitarie stanno alle industrie e alle imprese: aiuta a vendere il prodotto (il candidato). Axelrod ha aiutato a far eleggere innumerevoli candidati neri. Jarrett è amministratrice delegata di The Habitat Company, una compagnia d’investimento immobiliare. stata membro del consiglio di amministrazione (2000-2004) e presidentessa (2004-2007) della borsa di Chicago, il Chicago Stock Exchange, oltre che vicepresidente del consiglio di amministrazione dell’Università di Chicago (un’impresa che fattura parecchi miliardi di dollari). Fa anche parte del consiglio di amministrazione della Usg Corporation, impresa di materiali edili.
Alla soglia tra la zona grigia e i ricchi si situa Rahm Emanuel che, dopo aver smesso di essere il consigliere di Clinton, nel 1998 divenne banchiere di investimenti alla banca Wasserstein Perella (ora Dresdner Kleinwort) dove lavorò fino al 2002. Nel 1999 ne divenne direttore operativo della filiale di Chicago fino al 2002. Secondo documenti del Congresso, nei due anni e mezzo presso la banca Emanuel ha guadagnato 16,2 milioni di dollari. Nel 2000 Emanuel fu nominato da Clinton membro del consiglio di amministrazione del gigante dei mutui Federal Home Loan Mortage Corporation (noto come «Freddie Mac») che l’anno scorso ha dovuto essere salvato dal Tesoro a causa della crisi dei mutui.

A contatto coi soldi veri
Qui parliamo di razza padrona, di gran commis e politici che entrano nei luoghi dove si gestiscono non milioni, ma miliardi di dollari. Intanto Hillary Clinton che, quando era first lady dell’Arkansas, sedette dal 1985 al 1992 nel consiglio di amministrazione di Tcby (una franchise di yogurt congelati), di Lafarge (compagnia francese, secondo produttore al mondo di cemento, 1990-1992) e, soprattutto, di Walmart (1986-1992), la più grande catena di distribuzione degli Stati uniti.
Quanto a Paul Volcker, dopo aver lasciato la guida della Federal Reserve nel 1987 divenne presidente della Banca Rotschild, Wolfensohn & Co. Mentre il consulente speciale per l’economia, Larry Summers, dopo aver abbandonato il posto di ministro del Tesoro sotto Clinton, oltre a essere stato presidente di Harvard (un’altra impresa con un fatturato miliardario, in dollari), è stato direttore operativo part-time del private equity fund D. E. Shaw Co. che gestisce 30 miliardi di dollari.
Sempre alla stratosfera dei miliardi di dollari appartengono i due inviati speciali di Obama in Oriente. George Mitchell, inviato in Medio Oriente, è socio e presidente del Global Board di Dla Piper, uno dei più grandi studi legali al mondo e ora il solo studio con più di 3.500 avvocati in Nordamerica ed Europa. Nel 2007 lo studio ha avuto redditi per oltre 2.1 miliardi di dollari. Per di più, Mitchell è stato presidente della Walt Disney dal 2004 al 2006. Dal canto suo l’inviato in Afghanistan e Pakistan, Richard Holbrooke, è stato consulente anziano della grande banca newyorkese Lehman Brothers (fallita nel settembre scorso) ed è stato vicepresidente del private equity fund Perseus Llc, che gestisce fondi d’investimento con impegni di capitale di circa 2 miliardi di dollari, oltre a 449 milioni di dollari che investe solo in ventures di biotecnologie. Fino al luglio 2008 (cioè con un tempismo straordinario) Hoolbrooke è stato anche membro del consiglio di amministrazione del colosso assicurativo American International Group (Aig), per il cui salvataggio tra settembre e ottobre il governo federale ha sborsato 123 miliardi di dollari.

il complesso militar-industriale
Un capitolo a parte merita tutto ciò che è connesso ai militari, settore in cui le pagine di Paul Sweezy sul capitale monopolistico sono più attuali che mai. Ecco l’ex ammiraglio e nuovo direttore della National Intelligence, Dennis Blair, membro del consiglio di amministrazione di Tyco International Limited Pembroke (con sede prima nelle Bahamas e ora in Svizzera), un conglomerato con 110.000 dipendenti nel mondo e un fatturato di 18 miliardi di dollari. Blair era membro anche del consiglio di amministrazione della Edo corporation (4.000 dipendenti e 715 milioni di dollari di fatturato nel 2006): peccato che la Edo fosse un subappaltante per il programma del caccia F-22 Raptor su cui Blair doveva dare una valutazione.
Dal canto suo, l’ex generale James Jones è stato membro del consiglio d’amministrazione del colosso aeronautico Boeing e di una delle sette sorelle petrolifere, la Chevron, fino a dicembre scorso quando è stato nominato Consigliere per la sicurezza nazionale.
Un altro ex generale, noto per i suoi dissensi con Donald Rumsfeld sulla strategia in Iraq, ha dimostrato comunque di saper fare bene i propri affari. Il nuovo ministro per gli affari dei veterani, Shinseki, ha seduto nel consiglio di amministrazione di parecchie corporations: l’aerospaziale Honeywell International (una delle 500 imprese di Fortune, con circa 122.000 dipendenti di cui 57.000 negli Usa), Ducummun (400 milioni di dollari di fatturato e 2.000 dipendenti) che fabbrica componenti elettroniche, aeronautiche e spaziali e provvede servizi di sicurezza per il governo; l’assicurazione Guardian Life Insurance (più di 5.000 dipendenti, 3.100 rappresentanti, 86 agenzie, 3 milioni di assicurati sulla vita e sull’invalidità, 5 milioni di assicurati su mutue aziendali, redditi di 7,4 miliardi di dollari nel 2007 e assets per 39,5 miliardi di dollari); First Hawaiian Bank (12 miliardi di dollari in assets); e la proprietà terriera Grove Farm Corporation che possiede 16.000 ettari nelle Hawaii.
L’uomo che Obama ha voluto a tutti i costi come sottosegretario alla Difesa, nonostante violasse le norme etiche che Obama stesso aveva imposto due giorni prima, è William J. Lynn III, che nel 2001 divenne vicepresidente esecutivo della ditta Dfi International (si è poi fusa con Detica che si occupa di analisi strategiche, servizi di sicurezza e contractors militari), prima di diventare nel 2002 vicepresidente del colosso dell’industria militare Raytheon, dove è stato responsabile, guarda un po’, delle Operazioni con il Governo e della Strategia.
Ma naturalmente, ubi major minor cessat, e le connessioni più impressionanti con il gran capitale le ha il gran capo del Pentagono, quel Robert Gates che George Bush aveva chiamato a succedere a Donald Rumsfeld nel 2004 e che Obama ha confermato al suo posto. Gates è stato membro del consiglio degli amministratori fiduciari (trustees) di Fidelity Investments, il più grande fondo d’investimenti Usa, ancora controllato da una singola famiglia (Johnson), che cura più di 23 milioni di investitori e che nel settembre 2007 aveva assets per 1.570 miliardi di dollari negli Usa, oltre a 280 miliardi di dollari all’estero. Gates è stato membro anche dei consigli di amministrazione di Nacco Industries (miniere, trasporti), Brinker International (proprietaria di 1.900 ristoranti in 25 paesi, con le catene Chili’s, On the Border, Mexican Grill and Cantina, Maggiano’s Little Italy e Romano Macaroni Grill), della società globale di trivellazioni petrolifere Parker Drilling Co. basata a Houston, Texas, e di Saic (Science Applications International Corporation), una società di applicazioni tecnologiche e scientifiche che lavora per il governo Usa, il Dipartimento della Difesa, il settore dell’intelligence, la Homeland Security e la Nsa (il servizio segreto del Pentagono). Nel 2003 Saic aveva avuto un fatturato di 2,6 miliardi di dollari. Ancora più curioso è che Gates sedesse nel consiglio di amministrazione di VoteHere, compagnia che provvede il programma crittografico e di sicurezza per le operazioni di voto computerizzate negli Usa, programma le cui lacune e la cui affidabilità sono state spesso messe sotto accusa.