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 2009  febbraio 01 Domenica calendario

THE OBAMIANS


La nuova amministrazione che si è insediata a Washington ci offre uno spaccato della classe dirigente americana, e ce ne fornisce un primo, approssimato quadro sociologico, nelle sue origini etniche, religiose, nel suo rapporto con la cultura, e soprattutto - viste le implicazioni politiche - nel suo rapporto con il denaro, il mondo degli affari, il gran capitale.
Consideriamo qui 30 posizioni già assegnate, di cui 9 alla Casa bianca, 21 al governo e 5 in altre assegnazioni (vedi box accanto).

Origini etniche
Innanzitutto vi è il classico manuale Cencelli sulle origini etniche. Tre reclamano origini afroa-americane: oltre al presidente Barack Obama, il ministro della Giustizia Eric Holder e la direttrice dell’Agenzia per la protezione ambientale (Epa), Lisa Jackson (ma a guardarne la foto, sfido chiunque sospettarle ascendenze africane); due di origine italiana (il direttore designato della Cia, Leon Panetta, e la ministra per la Sicurezza interna - gli Interni -, Janet Napoletano); una di origine messicana (Hilda Solis, ministra del lavoro); uno di origini cinesi (il ministro dell’energia Steven Chu, premio Nobel per la fisica); uno di origini nippo-hawaiane, l’ex generale Eric Shinseki, ministro per i veterani.
Geograficamente, il gruppo proveniente dall’Illinois, lo stato di Obama, è naturalmente folto, ma meno nutrito dei texani con George Bush junior o dei sudisti con Jimmy Carter: chicagoans sono il capo dello staff della Casa bianca, Rahm Emanuel, i due consiglieri speciali del presidente David Akelrod e Valerie Jarrett e il ministro dell’istruzione Arne Duncan.

Religione
Nella nuova compagine vi sono quattro cattolici, tra cui spicca il vice presidente Joe Biden: oltre a lui i due italoamericani (Panetta e Napoletano) ela ministra latina (Solis). Per il resto, la stragrande maggioranza è ufficialmente protestante (in una o l’altra delle varie denominazioni). Ma vi sono due ebrei di spicco. Uno è il Capo dello staff della Casa bianca, Rahm Emanuel, figlio di un pediatra nato a Gerusalemme e membro di un gruppo armato sionista negli anni ’30-’40: Rahm Emanuel ha frequentato una scuola tradizionalista ebraica, la stessa a cui ha inviato i figli; da ragazzo ha lavorato in campi estivi in Israele e ha la doppia cittadinanza israeliana e statunitense. L’altro è David Axelrod, lo stratega della campagna elettorale di Obama: tra l’altro Axelrod ha firmato il ketuba (contratto di matrimonio) - è stato cioè l’equivalente di un testimone di nozze - per Rahm Emanuel.

Università d’élite
Nella nuova squadra obamiana è molto alta la percentuale di diplomati nelle più grandi università di élite del paese. Di certo la percentuale di ministri, sottosegretari e manager di stato con diplomi di scuole prestigiose è più alta che in qualunque altro paese al mondo, forse persino più di Giappone, Gran Bretagna e Francia. Sulle 31 persone prese qui in considerazione, 22 (a partire dal presidente) si sono laureate, o hanno ottenuto un master o un dottorato, nei più prestigiosi atenei degli Stati uniti. Questo sfata il mito dei politici Usa ignoranti, piedi sul tavolo e gomma americana in bocca: per lo più hanno scalato il più classico cursus honorum della casta che negli Usa viene chiamata i bramini: Obama si è laureato in scienze politiche a Columbia (New York) e in legge a Harvard; a Columbia si è laureato in legge anche Eric Holder (Giustizia); la Segretaria di Stato Hillary Rodham Clinton ha studiato legge a Yale; il Consigliere speciale per l’economia Lawrence Summers ha studiato al Mit (Massachusetts Technology Institute) e ha un dottorato a Harvard; il presidente del Comitato consultivo per la ripresa economica, ed ex presidente della Federal Riserve, Paul Volcker, ha studiato a Princeton, Harvard e alla London School of Economics. Di Harvard sono anche Shaun Donovan (Edilizia popolare), Arne Duncan (Educazione) e il consigliere legale della Casa Bianca Gregory Craig, passato per Yale e anche per Cambridge in Gran Bretagna. A Princeton hanno studiato Lisa Jackson (chimica), il direttore dell’Ufficio del Bilancio Peter Orszag (economia), che poi ha preso un Phd alla London School of Economics, e il sottosegretario alla Difesa William Lynn (passato anche per Cornell). Il ministro del Tesoro Timothy Geithner ha preso un master in studi orientali alla John Hopkins, dove ha studiato giapponese e cinese.
L’ambasciatrice alle Nazioni unite Susan Rice ha studiato a Stanford e poi a Oxford. A Oxford ha studiato russo anche l’ex ammiraglio e nuovo direttore della National Intelligence Dennis Blair. Mentre per Stanford è passata la Consigliera speciale Valerie Jarrett; dalla University of Chicago viene Axelrod; da Georgetown il ministro della Difesa Robert Gates (Phd in studi sovietici e russi) e l’inviato speciale in Medio oriente George Mitchell; da Berkeley Steven Chu; dalla Northewestern Rahm Emanuel. Persino due ex generali si sono laureati in buone università: il Consigliere per la sicurezza nazionale, ex comandante dei Marines ed ex comandante in capo della Nato, James Jones a Georgetown, e Shinseki a Duke (in lettere!).