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 2009  febbraio 03 Martedì calendario

BULLI CONTRO OMOSESSUALI E DIVERSI


Gli omosessuali, gli immigrati e gli obesi. Sono questi gli studenti più discriminati nelle scuole superiori. Vittime di episodi di bullismo che, denunciano i ragazzi, colpisce 1 alunno su 3 del proprio istituto. La tendenza è emersa in una ricerca del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Diverso il giudizio dei presidi: «Il bullismo è un fenomeno sovrastimato e medializzato», dichiarano. Presentata martedì scorso, l’indagine del circolo Mieli è stata condotta su 862 studenti (488 maschi e 354 femmine) di 5 istituti superiori di Roma lo scorso anno nell’ambito del progetto ”Smontiamo i bulli. Impariamo a convivere” (www.mariomieli.org). Il 58% dei ragazzi ritiene che nella propria scuola si verificano episodi di bullismo. Nel 70,8% dei casi la discriminazione scatta contro i compagni omossessuali e nel 60,1% contro gli studenti che hanno comportamenti non conformi al genere di appartenenza. Seguono, quasi appaiati, i casi su ragazzi stranieri (60%), in soprappeso (59,7%) e con comportamenti non conformi al gruppo. L’apparenza, insomma, gioca un ruolo essenziale. ”Acquisisce rilievo – spiega Rosanna Praitano, presidente del Mario Mieli - il tema delle diversità nella sua globalità: culturale, di razza, di aspetto fisico”. Lo conferma il dato sui valori di riferimento dei ragazzi: per avere successo nelle relazioni con gli altri contano la bellezza (44,3%) e un abbigliamento alla moda (37,7%), non il rendimento scolastico fermo al 7%. Ancora, grande importanza ha l’uniformarsi al gruppo. Al contrario essere diversi è difficile e spaventa. Ma ad analizzare il significato del termine coraggio risulta che per il 67,5% vuol dire ”credere in ciò che si è e in ciò che si fa”, che la capacità di crescita sta nell’essere se stessi e nell’essere liberi, anche dai condizionamenti del gruppo. I bulli sono soprattutto maschi (82,3%), ma non mancano le femmine (43,3%). Tuttavia, gli adolescenti condannano il bullismo e lo associato a condizioni di disagio, come la scarsa coesione della famiglia (56%) e la dipendenza dalle droghe (59,1%). Di fronte a una vittima di discriminazione e violenza, poi, scatta la solidarietà e la vicinanza dei ragazzi. Il dialogo, la strada scelta: il 28.9% con la vittima, il 21,7% con il responsabile dell’atto. Minore la fiducia nell’intervento dei genitori (17,6%) e del preside (8,3%). Solo il 16% ammette di essere stato vittima di bulli, mentre il 30% confessa si esserne stato autore. ”Sono dati da leggere con attenzione – spiega Orietta Felici, preside dell’istituto tecnico Alberti di Roma – Non rispecchiano in modo fotografico una situazione: più che episodi di bullismo è la percezione soggettiva del fenomeno da parte degli studenti. E’ importante che la scuola collabori con le famiglie in un percorso di educazione condiviso”. ”Il bullismo è un fenomeno sociologico pre

ciso – insite il dirigente del liceo Aristofane di Roma, Claudio Salone – con un ragazzo che si pone come figura antagonista a quella del docente e da solo governa la classe con atteggiamenti delinquenziali. Altra cosa è la presa in giro anche pesante, atteggiamento tipico degli adolescenti”. ”La scuola nella normale attività educativa dei docenti è attenta alla dignità dei ragazzi, ai tratti tipici della loro età”, ricorda Caterina Cogno, preside dell’itc Sommeiller di Torino, che conferma il dato sullo scarso interesse verso lo studio. ”Il bullismo è un fenomeno troppo medializzato e questo può provocare una pericolosa emulazione”, affermano alla presidenza del tecnico industriale Morselli di Gela.