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 2009  febbraio 02 Lunedì calendario

A JAIPUR LA FABRICA DEI FALSI BULGARI, TIFFANY E CARTIER


Appena entrata in una gioielleria di Amber (vicino a Jaipur, in India) la giovane turista italiana punta il dito su una vetrinetta ed esclama «ma quel braccialetto di corniola l’ho regalato a una mia amica per Natale!». Poi, tanto per curiosità, chiede il prezzo, e non batte ciglio quando le rispondono «36 euro». Sussurra: «Io in Italia l’ho pagato 24». Naturalmente la richiesta iniziale è solo la base di una lunga trattativa davanti alle tazze di tè, ma esaminato con calma un certo numero di gioie si scopre che con le pietre semi-preziose non si fanno affari, da queste parti, rispetto ai prezzi italiani. Invece è con i pezzi da 90, cioè con l’oro, i diamanti e le altre pietre preziose, che Jaipur si impone sui mercati internazionali grazie a prezzi super-competitivi. Il simpatico signor Janni, proprietario di questa gioielleria, di una vasta rete di altre e di un’attività di export di gemme diretta verso tutta Europa, dice che «su tre milioni e mezzo di persone che vivono qui almeno un milione campa con le gioie di tutti i tipi», contando anche l’indotto e le famiglie.
Janni non fa misteri sui lati meno ortodossi della sua attività. Anzi se ne vanta: «Prendiamo i modelli di Tiffany, Cartier, Pomellato, Bulgari, e li copiamo tali e quali, con le stesse pietre, lo stesso taglio e la stessa composizione, e poi li vendiamo in India, ma anche in Italia e altrove, a un prezzo 15 volte inferiore a quello degli originali». Ovviamente, che le pietre siano davvero uguali, che il taglio sia uguale eccetera è una valutazione di Janni. Che espone, a riprova, il suo campionario di super-falsi sfavillanti. Sono belli? Le donne presenti dicono che sono favolosi. Certo, gli originali saranno ancora più belli (e originali, appunto, a differenza di questi).
Pelle scura, baffetti neri, boccia lucida, camiciola bianca sudata, questo Janni somiglia all’ex presidente egiziano Anwar Sadat ma in versione più paffuta; dichiara 41 anni ma ne dimostra per lo meno 55 o 60. Parla un buon italiano, perché l’Italia, dice, è il suo migliore mercato dopo l’Inghilterra. Non risponde a domande dirette sul suo giro d’affari, ma lasciandolo parlare se ne ricavano indicazioni significative: «Al momento ho in magazzino 50 mila chili d’argento» dice, e più avanti: «Ho trecento compratori in Italia, fra gioiellerie e grossisti. I miei agenti sono così noti sui vostri Eurostar che potrebbero viaggiare gratis. Conoscono tutti i bigliettai e gli leggono la mano. Perché a Jaipur abbiamo due specialità: una sono i gioielli e l’altra è la lettura della mano. La gente arriva da tutta l’India per farsela leggere». Perché nessuno equivochi o si offenda: Janni non si vanta di corrompere i bigliettai italiani, dice solo (nel suo modo colorito) che sono grandi amici suoi.
Ma nella squadra di Janni c’è posto per chiunque abbia un giro di conoscenze e spirito d’iniziativa. Alla turista italiana del braccialetto di corniolo propone un campionario su cd di 700 gioielli (prezzi da pochi euro a un migliaio) e le spiega: «Se mi trovi dei clienti io ti spedisco la merce a un prezzo X, e siccome in Italia si trova a 5 volte X, tu te le fai pagare 3 volte X e così ci facciamo tutti un affare: io, tu e le persone a cui vendi. Puoi mostrare il cd a tutti perché, come vedi, non c’è nessuna indicazione su come mettersi in contatto direttamente con me. Quindi i tuoi clienti non possono scavalcarti!».
La ragazza infila il cd nella borsetta. Adesso le manca solo di imparare a leggere la mano.