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 2009  febbraio 01 Domenica calendario

WALL STREET "OBAMA TACI"


Wall Street dichiara guerra a Barack Obama. L’esercito della finanza newyorkese replica a muso duro al presidente degli Stati Uniti che in settimana aveva definito «scandalosi» i 18 miliardi di dollari in bonus distribuiti nonostante la crisi ai manager di Wall Street. «Lavoro tra le settanta e le ottanta ore a settimana e mi sembra di avere diritto a un compenso adeguato, non chiedo certo la carità», dice Josè Felix, 30 anni, da cinque trader di titoli azionari per una grande società di cui preferisce non fare il nome. La richiesta di «senso di responsabilità», avanzata dall’inquilino della Casa Bianca non è stata accolta bene nel distretto di Lower Manhattan, l’epicentro del terremoto che ha messo in ginocchio il Paese: «F… you - prosegue Felix - pagatemi quello che mi spetta e facciamola finita con questa farsa». Neanche il ruolo negativo che alcune istituzioni hanno avuto nella crisi dei subprime frena le rivendicazioni di broker e banchieri. Robert Fitzgerald, 34 anni, stratega di un fondo speculativo, spiega che i 250 mila dollari di bonus presi a dicembre sono «patate» a confronto di quanto incassato in precedenza, specie ora che la moglie è stata licenziata da Citirgroup. «Negli anni scorsi ho guadagnato anche mezzo milione di dollari, il taglio c’è stato e come. Per tutto il 2008, ho lavorato 80 ore a settimana e non sono mai andato in vacanza. Perché dovrei vergognarmi di prendere questi soldi, dovrei forse essere pagato come un impiegato del catasto?».
«Capisco le responsabilità di certe banche - dice Larry Told, broker di titoli derivati seduto al tavolo di un pub vicino al Nyse -. Gli sbagli di alcuni li stiamo pagando tutti, non per niente mangiamo un filet-o-fish e non un filet mignon. Servono però provvedimenti selettivi, bastonare tutti è ingiusto». Greg Crowther, 45enne trader del New Jersey, si è visto tagliare il bonus del 25%. «Quest’anno solo 150 mila dollari - dice - certo sono cifre alte rispetto ad altri mestieri ma abbiamo anche tanti rischi e responsabilità. Obama si sbaglia, nel nostro lavoro si mangia ciò che si uccide». Lo strappo tra Washington e Wall Street si è consumato anche col giro di vite sulla finanza voluto dal Congresso. Come la proposta di mettere i fondi speculativi sotto il controllo della Sec, la Consob americana, avanzata dai senatori Carl Levin (democratico) e Charles Grassley (repubblicano), nell’Hedge Fund Transparency Act. «Non è certo il modo per risolvere i problemi della finanza», spiega un gruppo di operatori dal sito HedgeWeek. Molto rumore ha fatto la proposta del senatore democratico Claire McCaskill di bloccare i compensi superiori a quelli del presidente degli Stati Uniti (400 mila dollari l’anno) percepiti dai manager delle banche beneficiarie di aiuti pubblici. «Attenzione è bene distinguere, c’è differenza tra le cariche pubbliche e il settore privato», sferza Joseph Veal, «specialist» di materie prime.
Intanto in Kenya il fratellastro di Barack Obama, George Obama, è stato arrestato perché in possesso di uno spinello alla marijuana. Sarà processato domani. Barack e George si conoscono appena.