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 2009  febbraio 01 Domenica calendario

PATTY, LA NUMERO UNO


Gran gusto del canto e testi spesso deboli. Cercansi urgentemente autori, e cantautori se ne hanno ancora voglia. Il dilettantismo regna su buona parte delle parole cantate che si apprestano a inondare le volenterose orecchie tese al prossimo Festival di Sanremo. Non è un segno confortante per il nostro immaginario, se strazianti storie d’amore non trovano una via all’autenticità, se rara è l’originalità: presumendo che Bonolis & C. abbiano cercato il meglio, non c’è da stare allegri neanche per il nostro idioma. Ci è stato precluso l’ascolto del rap di Povia Luca era gay (una scelta di marketing che avrà le sue buone ragioni) e comunque, a un primo ascolto delle altre 15 canzoni in gara fra gli Artisti, il brano più intrigante è quello di Patty Pravo: sarà andata a rinfrescarsi da qualche parte le corde vocali, visto che esibisce il bel timbro di contralto dei tempi d’oro in E io verrò un giorno là del giovane sardo Andrea Cutri. Un brano etereo ma non evanescente, che si rifà alla tradizione francese con intarsi sapienti di melodramma, spezzati da una fulminea chitarra rock dove potrà entrare l’ospite del venerdì, il maledettissimo Pete Doherty. Vi si canta di un amore che fa rima con errore, e di una speranza ostinata che in fondo ci rappresenta tutti.
La vecchia guardia

La vecchia guardia arriva al Sanremone con il coltello fra i denti. Albano, più pop in L’amore è sempre amore, non si strappa più le corde vocali. Brava, a tratti irriconoscibile, Iva Zanicchi in Ti voglio senza amore, dove una donna pretende da sé un atteggiamento maschile nei confronti del sesso, come rivincita esistenziale: l’amante giovanissimo di cui si parlava nel testo non c’è, tanto che il venerdì l’accompagnerà in duetto il non implume Franco Nero. L’autore della musica di Iva, Franco Fasano, è lo stesso di un’altra delicata canzone, Una piccola parte di te: ispirata al rapporto con un figlio adolescente, procurerà moti d’identificazione. La canta, ma muscolosamente, Fausto Leali.
Povera Italia

Pluripresente nei testi è Giulio Mogol: suo è non solo quello assai carino di Biancaneve di Lavezzi/Alexia, ma soprattutto quello di una delle rare canzoni che affrontano il quotidiano. Su una musica tutto sommato banale, L’opportunità (quella che si dà a chi solca i mari per vivere in Italia): il testo dice «Vivere insieme poi / Non è impossibile, dipende anche da noi»; cantano Pupo-Paolo Belli-Youssou N’Dour e la voce di Youssou si mangia i colleghi. Inspiegabile per il venerdì la scelta di Raoul Bova come ospite, ma si vede che hanno dato forfait Morandi e gli altri della Nazionale cantanti. Molto più obliqua, l’interessante scelta degli Afterhours, in Il paese è reale: chitarre ruvide, sola voce di Manuel, ballad, si susseguono in un percorso sulla mancanza di punti di riferimento nella nostra società: «Inseguivi una cazzata / era splendida e dorata». Sanremo non è mai stato tanto scatologico: ce n’è qui con gli Afterhours e torna in L’Italia di Marco Masini, piana ballad per chitarra che evoca L’italiano di Cutugno ed è in fondo un atto d’amore per il Paese. rap sull’Italia con i Gemelli Diversi, che inanellano una preghiera mettendo in lunga fila i mali della società.
Gli outsiders

Non si smentisce il bravo Tricarico, in un pezzo arguto e molto ritmato sulla responsabilità in amore, Il bosco delle fragole; Francesco Renga tocca vertici di potenza vocale in Uomo senza età, un «Ridi pagliaccio» pop.
Proposte, o i raccomandati

Sono bravine le due ragazze di SanremoLab, Arisa e soprattutto Simona Molinari, swingante cantautrice di Egocentrica, che dovrà cambiare la riga «Non distinguo una Skoda da una Punto da una Fiesta», perché il regolamento proibisce la pubblicità (successe anche ai Pooh per Uomini soli). C’è bravura, in questa sezione, e belle voci: Iskra Menarini nella canzone di Dalla, Karima arrangiata da Bacharach. Malika Ayane ha una superba vocalità, ma se la cavano con gran piglio anche le figlie d’arte Irene Fornaciari e Chiara Canzian: peccato i testi deboli di entrambe. L’unico maschietto, Filippo Perbellini, canterà bene un bel Cocciante doc.