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 2009  febbraio 02 Lunedì calendario

Il prezzo dei buoni-inquinamento – i permessi per l’emissione di anidride carbonica che l’Europa assegna agli Stati membri – sono crollati a un livello che non rende più conveniente alle industria lo sviluppo di tecnologie energetiche a basse emissioni

Il prezzo dei buoni-inquinamento – i permessi per l’emissione di anidride carbonica che l’Europa assegna agli Stati membri – sono crollati a un livello che non rende più conveniente alle industria lo sviluppo di tecnologie energetiche a basse emissioni. Le licenze per le emissioni concesse dall’Unione europea oggi sono scambiate attorno agli 11,8 euro. Il minimo storico, un terzo dei 30 euro che valevano in estate. A un’azienda conviene cedere le quote di emissioni a propria disposizione per investire in tecnologie alternative solo se le licenze valgono attorno ai 25 euro per tonnellata. Per la crisi le imprese europee produrranno di meno quest’anno, e quindi avranno bisogno di meno energia, compresa quella inquinante. Una brutta notizia anche per i governi dell’Ue, che speravano di fare qualche miliardo di euro grazie alla vendita delle licenze. La volatilità del valore dei buoni-inquinamento ha dimostrato le difficoltà di Bruxelles nel fissare quote di emissioni nazionali per i paesi membri capaci di essere ritenute accettabile dall’industria ed efficaci nel favorire lo sviluppo di energia alternativa. In realtà da quando l’Europa ha introdotto questo schema (nel 2005) i prezzi delle emissioni hanno seguito quelli del petrolio.