C. Giu., Corriere della Sera 2/2/2009, 2 febbraio 2009
«Ci vuole ma non serve». Antonio Scurati (foto), docente all’Università di Bergamo e scrittore, sui mali delle scuole (e della società) ha scritto un romanzo, Il sopravvissuto
«Ci vuole ma non serve». Antonio Scurati (foto), docente all’Università di Bergamo e scrittore, sui mali delle scuole (e della società) ha scritto un romanzo, Il sopravvissuto. La storia di una strage tra i banchi, in stile americano, che risparmia solo un insegnante. Appunto, i docenti; con il 5 in condotta, sono più forti di ieri? «No. I ragazzi, i genitori, la società li considerano dei poveracci. Sono lasciati soli. Avrebbero bisogno di fondi, di stipendi più alti». Solo questione di soldi, allora? «Anche. Una scuola senza fondi non conta niente. E mi pare che la politica non abbia intenzioni in questo senso. Sono d’accordo con il 5 in condotta, è giusto che siano sanzionati atteggiamenti violenti, irrispettosi. Ma mi sembra un’operazione demagogica: non si può chiedere alla scuola di andare in una direzione opposta rispetto alla società. In più, oggi i genitori percepiscono la scuola come un negozio, dove il figlio è il cliente da soddisfare. Sempre». (C.Giu.)