Leonetta Bentivoglio, la Repubblica 29/1/2009, 29 gennaio 2009
BOLLE: "SI’, SONO OMOSESSUALE MA IN ITALIA NON POSSO DIRLO"
Ma se davvero Roberto Bolle è gay, quante bambine e fanciulle cotte dell’avvenente danzatore sospireranno deluse o disperate? Su quest´interrogativo si è aperto un giallo di ardua soluzione. Prima puntata: ieri Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, esulta pubblicamente per il coming out di Roberto. Sostiene che la popolarissima étoile della Scala, adorabile e guizzante in servizi di alta moda e spot di acque minerali, ha dichiarato la propria omosessualità in un´intervista rilasciata alla rivista francese Numéro Homme, aggiungendo che in Italia non ha mai parlato del proprio orientamento «perché è un paese dove è necessaria la riservatezza a causa del potere conservatore della Chiesa». Musica per le orecchie di Mancuso, il quale si complimenta con Bolle per le ardite affermazioni, rimbalzate su blog e siti gay; e definisce il suo comportamento un esempio «per tutti i ragazzi e le ragazze omosessuali che cercano modelli di riferimento». Non manca d´invitare il divo a "Crossing Kisses-Baci al semaforo di San Valentino", manifestazione organizzata «per la visibilità di tutti gli amori».
Seconda puntata. Roberto, seccatissimo, rilancia da Losanna. Quanto ha detto è stato «travisato e decontestualizzato», forse a causa di malintesi linguistici: il suo francese è tutt´altro che perfetto. E spiega che parlare della propria vita privata «non fa parte dei doveri sociali degli artisti e dei personaggi pubblici». Per gli omosessuali prova «simpatia e rispetto», ma quello affrontato col giornalista «era un tema generale e non personale». Non smette inoltre di stupirsi nel constatare «come il gossip e il fantagossip viaggi più veloce delle notizie riguardanti l´arte e la cultura». E dopo aver consegnato il suo pensiero alle agenzie di stampa spegne il cellulare.
Insomma Bolle (che nell´Aida di Zeffirelli dello scorso anno si mostrò in tutta la sua bellezza adamitica) non nega di essere gay; dice solo di non averlo dichiarato, non per onta o per disagio o per disistima verso gli omosessuali, ma per il pudore che ha caratterizzato sempre il suo rapporto col mondo. In effetti Roberto è un ragazzo notoriamente riservato, che non fa sfoggio di sé, che parte per l´Africa come ambasciatore dell´Unicef, che rifugge discoteche ed esibizionismi: l´opposto del gay avvinghiato al partner davanti a un semaforo, così come vorrebbe vederlo Mancuso.
D´altra parte il testo dell´intervista uscita in Francia è decisamente esplicito: a una domanda diretta sulla sua assunzione d´identità gay, il divo replica che «il cattolicesimo è ancora molto praticato e diffuso in Italia», e che l´omosessualità «non è qualcosa che io grido ai quattro venti». Alle numerose fan non resta che macerarsi nel dubbio.