Panorama, 5 febbario 2009, 30 gennaio 2009
Il Pri è finanziariamente alla canna del gas. Rinviata all’ultimo minuto l’asta pubblica per la vendita della sede romana di corso Vittorio Emanuele II, resta un debito di circa 3 milioni di euro, accumulato dal 1987 a oggi per i prestiti contratti dall’allora segretario Giorgio La Malfa con Banca dell’agricoltura, Popolare di Milano e Mediocredito centrale
Il Pri è finanziariamente alla canna del gas. Rinviata all’ultimo minuto l’asta pubblica per la vendita della sede romana di corso Vittorio Emanuele II, resta un debito di circa 3 milioni di euro, accumulato dal 1987 a oggi per i prestiti contratti dall’allora segretario Giorgio La Malfa con Banca dell’agricoltura, Popolare di Milano e Mediocredito centrale. «Il debito originario era di 600 mila euro» dice il segretario Francesco Nucara. «A furia di interessi e anatocismi ci troviamo a dover pagare ingiustamente il quintuplo». Estenuate, le banche hanno ceduto il credito a un privato che ora vuole passare all’incasso. Il partito spera nella generosità degli iscritti e ha aperto un conto per le sottoscrizioni.