da Giacomo Galeazzi, la Stampa 25/01/2009 e vari, 25 gennaio 2009
Sabato 24 Benedetto XVI ha rimosso la scomunica «latae sententiae» ai danni di monsignor Marcel Lefebvre (scomparso nel 1991) e dei quattro presuli da lui consacrati nel 1988
Sabato 24 Benedetto XVI ha rimosso la scomunica «latae sententiae» ai danni di monsignor Marcel Lefebvre (scomparso nel 1991) e dei quattro presuli da lui consacrati nel 1988. La Fraternità lefebvriana, che conta 600 mila fedeli e 500 sacerdoti, non ha mai accettato il Concilio Vaticano II, contestando in particolare l’abbandono della messa in latino, il riconoscimento del ruolo salvifico delle altre religioni e l’apertura della Chiesa alla modernità. La decisione del Papa «è un passo verso la ricomposizione dello scisma e la piena comunione» secondo il portavoce del Santo Padre. Scoppiano polemiche perché uno dei quattro vescovi riammessi è Richard Williamson che ha più volte negato l’esistenza delle camare a gas per sterminare gli ebrei. Tensioni tra il Vaticano e la comunità ebraica a cui sono seguite le scuse del superiore dei lefebvriani Bernard Fellay e le dichiarazioni da parte del Papa «di piena e indiscutibile solidarietà verso i fratelli ebrei». Ma l’affermazione di giovedì 29 del capo della comunità lefebvriana del Nordest, don Floriano Abrahamowicz, che «le camere a gas sono state usate per disinfettare, è l’unica cosa certa, non so dire se abbiano fatto morti», hanno innescato una nuova bufera.