Stefano Bartezzaghi, L’espresso 5 febbario 2009, 30 gennaio 2009
SEI PAROLE 5000 AUTORI
Cos’è un romanzo? L’ineffabile domanda diventa perentoria mentre si naviga per i circa 5 mila romanzi in sei parole arrivati al sito de ’L’espresso’. Molti fra questi, in realtà, romanzi non sono. Da "Devo tutto alla stupidità degli altri" a "Mi perdo nei tuoi occhi azzurri", pullula l’aforisma, la considerazione, la barzelletta, il momento lirico, secondo l’inclinazione nazionale per la quale estro e creatività si dimostrano violando le regole e uscendo dai contorni. In sei parole: fatta la legge, trovato l’inganno. Alcuni hanno scritto anche più di sei parole: che la matematica non sia un’opinione è un’opinione come un’altra.
Ma è proprio la presenza di esempi che non rispettano le regole a far risaltare gli esempi che le rispettano e che, a loro modo, riescono a essere romanzi. C’è il noir: "Almeno il suo cane doveva pagarla" (autore: macrame). C’è il romanzo umoristico: "Mi contraddici sempre! Non è vero!" (giannicambiaso). C’è il romance d’amore: "Chiuse gli occhi, pur di vederla" (gt1983). C’è la fantascienza: "Stringhe di vita in universo neonato" (ania76). C’è la biografia: "Inconsapevolmente visse, irragionevolmente amò, inaspettatamente morì" (achiesi).
Detto questo il più bel romanzo in sei parole non è stato pubblicato sul sito de ’L’espresso’, e non si offendano i molti che hanno contribuito. Il più bel romanzo in sei parole è di Jack London, in Martin Eden: "Appena lo seppe, cessò di saperlo". Il più sorprendente e malinconico explicit della letteratura mondiale anche da solo lascia immaginare tutta una storia. è un romanzo che si svolge in un solo momento, come quello di Augusto Monterroso in otto parole: " Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì" (sono sette nell’originale: "Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí"). Invece "Vendonsi scarpine per neonato, mai indossate", il microromanzo di Ernest Hemingway che ha inoculato il virus di questo gioco letterario, contiene diversi momenti: un’attesa, una preparazione, un dolore, una rassegnazione.
Perché all’improvviso ci si mette a scrivere ’romanzi’ usando solo sei parole? Un ottimo motivo lo trova un lettore: "Almeno questa volta riesco a finirlo" (randomante): è la storia di uno scrittore che ha trovato il modo di disciplinare e dare compimento alla sua creatività. Quello di seguire una regola, una restrizione, è infatti il consiglio più saggio per chi desidera dare corpo alle proprie aspirazioni letterarie. Così la pensava Raymond Queneau, per il quale la libertà creativa non consiste nell’assenza di vincoli ma nella consapevolezza della loro esistenza: un’idea che ha influenzato profondamente il suo amico e traduttore Italo Calvino, che non a caso è stato un grande ammiratore dell’exploit sui dinosauri di Augusto Monterroso e che vagheggiava di raccogliere un’intera collezione di romanzi su una riga. Un altro traduttore italiano di Queneau, Umberto Eco, ha frequentato spesso gli esercizi di sintesi giocosa, e una volta ha scritto una frase in cui le ventuno lettere dell’alfabeto compaiono tutte e senza ripetizioni: "Tv? Quiz, Br, Flm, Dc... Oh, spenga!".
In sei parole si possono raccontare avventure: "Oggi finalmente ho imparato a volareeeeeeeee" (zaccasettetre); disgrazie misteriose: "Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno. Bum" (francesco lanza); malinconie: "Scriveva lettere amorose perché non arrivassero" (claudiogmodica); paradossi metafisici: "Dallo spazio un messaggio: siete soli" (attilarossi); paradossi umoristici: "Io sono schizofrenico, e anche io" (pravda99); paradossi metaletterari: "Mentre leggevo il breve racconto finì" (algiraz); provocazioni erotiche "Se mi votate, mi spoglio nuda (strider 85)"; catastrofi inspiegabili: "Avevano ragione. Il mare era sparito" (trystan82).
Ossessioni sociali e politiche non sono assenti dal corpus: "Sognava vita impegnata: si svegliò cococò" (bigbang); "952 arresti fra Camera e Senato" (siwzords); "Desinenza ’oni’: Berlusconi, Veltroni, furboni, marpioni" (bigbang).
Un filone battuto da molti microscrittori è quello della parodia. Un’inserzione ricorda il microromanzo di Hemingway sulle scarpine per neonato: "Causa errore valutazione, vendo 200 profilattici" (mauricharly); "Corro in banca: papà è morto" (francominer) ricorda il gelido inizio de ’Lo straniero’ di Albert Camus; "Era una nottambula, buia e tempestosa" (jorge09) ricorda Snoopy; una parodia a testa per Arthur Conan Doyle e James Cain: "Lo supponevo, disse Sherlock mentre rantolava" (smimmero); "Il postino suonò una volta, purtroppo" (amabo). Abbondano l’horror , il noir e l’humour noir: "Soffocatolo, poté dormire finalmente senza tappi" (sefarad); "Era davvero fotogenica per la scientifica" (novella 74); "Mentre calavano la bara, si risvegliò" (aleee76); "Non abita più qui da 120 anni" (amabo); "Si scusò, ma la uccise comunque" (scraccino); "Entrò senza bussare. Uscì in orizzontale" (mimosa 08) ; "Perdonami amore, devo. Addio. Puntate... Fuoco" (kaslaani). Diversi i cliché della letteratura di genere: "Scappa... ci penserò io a nasconderlo" (arturoska); "Un occhio bendato. Una bandiera nera" (lollo100).
Tra varie volgarità, qualche tentativo narrativo in direzione erotica: "Tolti gli slip rimase irrimediabilmente nuda" (giovmeloni); "Lui gli sfiorò le labbra proibite" (antonio dg).
Molti hanno cercato effetti sorprendenti: "L’astronauta guardò la terra, che esplose" (jedikatana); "Non aveva Facebook, gli dissi addio" (strider85); "Il senso della vita è che" (unai); "Bella! restai scioccato... era mia moglie" (bigbang); "Francesca chattava, ma era un uomo" (michelapin); "Li fregai. Ero io l’assassino" (therealzen).
Alcuni hanno giocato con le parole: "Alzai la frusta. La crema impazzì" (tiziana 61); "Solo sei per dire sei solo"; "Inverno inferno, laggiù, al fronte russo" (giannicambiaso). Altri hanno cercato la via della situazione indecifrabile: "Non capisco perché gli umani dormono!" (lollo100); "Anche qui si legge la Bibbia?" (gabryconti); "Ingoiato un topo. Onestamente pensavo peggio" (cletus); "è vero che prendete proprio tutti?" (carminemonaco).
Divertenti l’esordio senza seguito di "Questa è una storia molto triste" (amaasing); il sottile paradosso di "Pensavo di sbagliare, e avevo ragione" (indigo 01); la rima iannacciana di "Giurai vendetta, mi rubarono la Lambretta" (mynameispelle). Un accenno: "Nemmeno il tempo di una sigaretta" (ropietra); una battuta: "Fammi un piacere: smetti di respirare" (kikiloa), e certo si vorrebbe sapere come vanno a finire la fiaba di " Un tempo gli animali sapevano parlare" (carolina100) e l’apocrifo biblico di "Ammutinatisi a Noè, ripresero la crociera" (sefarad). Ma è di quest’ultimo autore, e sempre nello stesso genere biblico, la storia veramente sensazionale che incomincia così "’No’ ribadì Maria all’arcangelo esterrefatto" (sefarad).
E poi, come sarà mai andata?