Marianna Aprile, Novella 2000, n. 6, 05/02/2009, pp. 22-23, 5 febbraio 2009
Quando Amanda lo traviò Raffaele Sollecito era vergine. Il 6 febbraio il processo per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese di 21 anni uccisa a Perugia il 1° novembre del 2007, avrà la prima udienza in Corte d’Assise
Quando Amanda lo traviò Raffaele Sollecito era vergine. Il 6 febbraio il processo per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese di 21 anni uccisa a Perugia il 1° novembre del 2007, avrà la prima udienza in Corte d’Assise. Con il Gup di Perugia Paolo Micheli che, nelle motivazioni delle richieste di condanna di uno degli imputati, Rudy Guede, scrive di «un piano concordato per soddisfare istinti sessuali» e sfociato verso una «intenzione omicida». L’accusa sostiene che Meredith fu vittima dell’americana Amanda Knox, del suo fidanzato Raffaele Sollecito e dell’ivoriano Guede. Non crede del tutto a questa ricostruzione Fiorenza Sarzanini, giornalista del Corriere della Sera e autrice di Amanda e gli altri (Bompiani), inchiesta sulla vicenda giudiziaria della Knox, che ne ha chiesto il ritiro in quanto il libro potrebbe influenzare la giuria. «Amanda ha chiesto il sequestro sostenendo che fosse troppo incentrato sul sesso, ma tutto il sesso che c’è nel libro proviene dai diari scritti dalla stessa Amanda», dice la Sarzanini. Il sesso è davvero così centrale in questa vicenda? «Fondamentale. Per Amanda è un aspetto importantissimo della vita, ne parla di continuo nei suoi diari. E anche il coinvolgimento di Sollecito è in qualche modo riconducibile al sesso». In che modo? «In tribunale è stato fatto riferimento al fatto che Raffaele fosse vergine quando ha incontrato Amanda. La Knox, invece, aveva già avuto molte esperienze». E questo come ha influito? «Amanda ha ”rapito” Raffaele. Lo incontra a un concerto un paio di settimane prima della morte di Meredith, lo rimorchia, lo seduce e due giorni dopo si trasferisce a casa sua. Nella vita di Raffaele è una rivoluzione: lui è il figlio di famiglia, che fino ad allora aveva vissuto in collegio a Perugia e che, anche stando alle dichiarazioni dei suoi compagni di stanza, aveva una sessualità repressa». Da cosa lo si deduce? «Al di là della verginità, che a 24 anni per un uomo è insolita, quando era in collegio Sollecito fu più volte invitato a smettere di visionare filmati porno violenti. Pare fossero una sua passione». Come giudica gli imputati? «Raffaele è il classico italiano figlio di papà, un po’ represso. Rudy è sbandato, solo. Amanda è seducente e lucida. II fil rouge fra i tre è l’aver avuto, ognuno a modo proprio, una famiglia complessa. La madre di Sollecito è morta pochi anni fa e, anche se la famiglia ha sempre smentito, c’è chi sostiene che si sia suicidata e che comunque soffrisse di depressione. Il padre di Raffaele è una figura forte, risposato presto con una specie di sosia di Loredana Lecciso. I genitori di Amanda sono separati da tempo, e la madre sta con un uomo poco più vecchio di Amanda e che Amanda, sembra, non sopporta. Rudy è praticamente cresciuto da solo». Chi mente fra i tre? «Tutti e tre, probabilmente. Senza capire che se sono in carcere è solo per colpa delle loro stesse parole. Tutti e tre hanno dato ricostruzioni sgangherate dei fatti, ed è stato questo a indirizzare su di loro le indagini, al di là dei riscontri oggettivi che in seguito sono stati trovati». Il sesso è anche il movente di questo omicidio? «Io non credo che ci sia un movente perché non credo ci sia stata premeditazione. Credo in una circostanza degenerata in tragedia». L’orgia cui fanno riferimento gli inquirenti? «L’unico che può sciogliere questo nodo è Rudy, e non escludo che lo farà. Lui ha già avuto una condanna a 30 anni, lo scorso 28 ottobre, perché ha chiesto di essere processato con rito abbreviato. E non credo accetterà di esser l’unico a pagare. Alla fine farà delle ammissioni». Gli crederanno? «Dovrà essere convincente: di bugie ne sono uscite anche troppe». Questo è stato anche il processo degli avvocati vip: da Giulia Bongiorno per Sollecito all’americano Joe Tacopina per la Knox. «Tacopina in America è molto noto, anche per aver difeso Michael Jackson. In più, era in Italia per trattare l’acquisto delta A.S. Roma e del Bologna, e nel frattempo cercava di entrare nella difesa di Amanda. Ma gli avvocati della Knox gli hanno fatto capire che di circo mediatico attorno alla vicenda ne era stato fatto fin troppo».