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 2009  gennaio 30 Venerdì calendario

Di Pietro, rischio di boomerang Di Pietro è stato assalito da destra e da sinistra per aver osato criticare in modo assolutamente democratico l’atteggiamento del Capo dello Stato

Di Pietro, rischio di boomerang Di Pietro è stato assalito da destra e da sinistra per aver osato criticare in modo assolutamente democratico l’atteggiamento del Capo dello Stato. Agli occhi di quei cittadini non ancora rimbambiti dalla tv e da certi giornali appare evidente che in almeno in due occasioni il presidente Napolitano ha avuto la possibilità, e aveva il dovere, di esercitare le prerogative istituzionali, o almeno di far sentire la sua voce: la prima contro il lodo Alfano, che viola la Costituzione, e la seconda contro la sconcertante decisione del Csm che ha rimosso dall’incarico i magistrati di Salerno, rei d’aver semplicemente fatto il loro dovere applicando la legge. La democrazia non prevede che una qualunque carica goda in maniera incondizionata dell’immunità dalle critiche espresse nei limiti del buonsenso e del rispetto. Al centrodestra insorto a difesa del Colle giova ricordare le occasioni in cui Berlusconi criticò in modo anche più feroce il Quirinale e in occasioni in cui il Presidente della Repubblica esercitò appieno le funzioni di arbitro e controllore della democrazia. Evidentemente per costoro la coerenza non è un valore, ma per quanti di noi hanno buona memoria sì. ROMEO PLUTORO Attenti ai boomerang. Quando lei scrive quello che oggi molti nel campo dei difensori di Di Pietro affermano - cioè che Berlusconi ha fatto critiche ben peggiori al Presidente - dice una (mezza) verità, ma dimentica che ogni volta che è successo Napolitano è stato difeso da tutti. Il rischio boomerang è dunque questo: se le regole valgono per il premier, valgono per tutti, incluso Di Pietro. Ma questa risposta non è la più convincente per voi, mi rendo conto. Per cui mi limito a girare la sua lettera ai molti esponenti che simpatizzano con Di Pietro (fra cui spesso mi metto anche io, se ha ragione) per riportare le parole di alcuni di loro. Il senatore Stefano Passigli, ex Ds, oggi responsabile del dipartimento riforme dell’Idv, e Furio Colombo, hanno preso le distanze dalla critica al Quirinale. Le segnalo poi che anche l’ex presidente Scalfaro, uomo di certo al di sopra di ogni sospetto, ha sostenuto la necessità di un «limite» nella critica pubblica. Infine ci sono i dissensi dentro lo stesso vertice di Idv: mentre Di Pietro ieri dichiarava all’Unità di «non aver offeso il Presidente», il suo numero due, nonché capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, ha detto: « un dato oggettivo che Napolitano, in alcuni momenti molto delicati - ad esempio il Lodo Alfano o la ricorrente aggressione alla magistratura - è stato parco di parole e a dir poco prudente. C’è chi in questo comportamento vede una debolezza del Capo dello Stato, ma su questo punto io ho una mia idea, che non coincide totalmente con quella del partito: credo che Napolitano abbia fatto bene a fare così». Scissione in vista?