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 2009  gennaio 30 Venerdì calendario

PIERO COLAPRICO

MILANO - La giallista Fred Vargas è convinta dell´innocenza dell´ex terrorista Cesare Battisti anche perché ci sono delle gravissima irregolarità - così afferma - nella nomina dei suoi avvocati difensori. Lo ha sostenuto in varie lettere al ministro della giustizia brasiliano, Tarso Genro. Allegando perizie e atti processuali. Ma nei gialli, si sa, l´apparenza inganna e, in questo caso, sembra prendere il grigio della burocrazia italiana.
Gli avvocati che vengono citati dalla scrittrice sono i milanesi Gabriele Fuga e Giuseppe Pelazza. «Io - spiega il legale Gabriele Fuga, che è anche un militante anarchico di spessore - sono stato in effetti nominato da Battisti, ma non l´ho mai difeso. Per una ragione particolare, purtroppo poco dopo diventai anch´io un detenuto».
Gli anni di piombo non consentono una lettura superficiale, ci sono state indagini molto solide e altre fragili. Dunque, per tornare alla storia, «Battisti viene arrestato insieme ad altri dei Pac, i proletari armati per il comunismo, nel maggio ”79. Vado a trovarlo in carcere come difensore, ma siamo ancora nella fase istruttoria, condotta dal magistrato Pietro Forno. Il 30 aprile dell´80, come dicevo, vengo arrestato io. Battisti nomina perciò Pippo Pelazza e io resto in carcere sino al 13 luglio ”81. Poi vengo riarrestato il 13 luglio ”82 ed esco infine nel dicembre ”83. Battisti l´ho visto l´ultima volta sul cellulare della polizia penitenziaria, che trasferiva me nel carcere di Firenze e lui in un altro», e poi a Frosinone, dal quale è evaso.
Conclusione: a differenza di quanto suggeriscono alcune voci in Brasile, l´avvocato Fuga non poteva certo essere sfavorevole a Battisti o aiutare i pubblici ministeri a rovinarlo. Non l´ha mai difeso nei processi (oltre a non essere quel tipo di persona). Ma come mai l´equivoco continua? L´enigma è facilmente svelato: «Non tutti ricordano che durante il primissimo processo ai Pac uno dei giudici popolari impazzì, fu un caso famoso per il diritto, bisognò rifare tutto. Io, uscito dal carcere, con le accuse contro di me dissolte, ero tornato a esercitare e nel processo valido difendo - spiega Fuga - Enrica Migliorati, un´altra dei Pac, mentre il collega Pelazza difendeva Battisti, latitante. Facciamo i tre gradi del processo e anche se non ho mai difeso Battisti, dall´ultima sentenza sembrerebbe di sì. Ma è un errore materiale, forse di qualche cancelliere».
E dunque? «In Francia hanno mandato la documentazione attraverso dell´Ambasciata italiana, che non aveva seguito il processo. Bastava controllare, non ho mai avuto alcuna delega per Battisti», conclude Fuga, piuttosto sconcertato.
L´altro avvocato ha una linea: «Non faccio commenti - dice Pelazza - per non interferire in un senso o in altro sulla strategia difensiva decisa dagli avvocati». I giudici sanno (e se n´è occupata Strasburgo, e anche il procuratore aggiunto Armando Spataro) che Pelazza era davvero l´avvocato di fiducia Battisti. Tanto che i due si sono scambiati delle lettere quando varie polizie inseguivano il fuggitivo. Insomma, se il giallo c´è (ma c´è?), non pare proprio che Fred Vargas abbia indizi validi per cercare il colpevole tra gli avvocati.