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 2009  gennaio 30 Venerdì calendario

ROMA – Il nodo della presidenza dell’Enciclopedia italiana potrebbe sciogliersi la prossima settimana

ROMA – Il nodo della presidenza dell’Enciclopedia italiana potrebbe sciogliersi la prossima settimana. Sembra certo l’arrivo di Giuliano Amato, un nome che avrebbe il pieno consenso della presidenza della Repubblica così come del governo. Finalmente la Treccani avrebbe un assetto stabile, il mandato dell’attuale presidente Francesco Paolo Casavola è scaduto insieme con il Consiglio scientifico. Ieri Italia Oggi ha parlato di una «bocciatura» della candidatura di Marcello Pera da parte del Quirinale con una lettera in cui il capo dello Stato avrebbe posto un veto per via delle posizioni assunte dall’ex presidente del Senato su temi etici controversi. «Non intendo commentare nulla», diceva ieri Marcello Pera. Ma dalla presidenza della Repubblica trapela una completa smentita: «Ricostruzione destituita di ogni fondamento. Nessuna proposta è giunta al Quirinale e nessuna risposta è stata data per porre o per motivare alcun veto su tale candidatura». Il rito prevede la presentazione al Quirinale di una rosa di nomi per la presidenza dell’Enciclopedia italiana. Solo in quel momento la presidenza della Repubblica esprime il proprio consenso su un nominativo che torna nelle mani del Governo il quale poi lo trasmette alle commissioni Cultura di Senato e Camera. Poi il Consiglio dei ministri emana un Decreto di nomina del presidente della Repubblica. La rosa di candidati, dopo un passaggio sulla scrivania del sottosegretario Gianni Letta, sarebbe stata messa informalmente a punto dal consiglio dei ministri di venerdì 23 gennaio ma non è stata ancora inviata al Quirinale. Si tratterebbe di soli due nomi: Giuliano Amato e Tullio Gregory, grande storico della filosofia. Marcello Pera non è mai entrato in alcuna rosa. Ma non per volontà del Quirinale. Per scelta del Consiglio dei ministri. E sono in molti a individuare nelle recenti polemiche animate da Pera contro il governo la ragione della sua esclusione dalla corsa per la Treccani. L’ultimo episodio, forse decisivo, l’articolo su «Il parlamento prigioniero» firmato da Pera su «La Stampa» del 30 dicembre in cui parlava del «sequestro del Parlamento da parte del governo» scrivendo poi: « in corso da tempo una crisi degenerativa che ha cambiato il nostro sistema, ne ha eroso la natura democratica, lo ha lasciato in sospeso e ora lo espone ad avventure». Tono che avrebbe irritato molto, anzi troppo, palazzo Chigi. Paolo Conti