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 2009  gennaio 29 Giovedì calendario

INDICI DI BORSA PER VOCEARANCIO

Essendo la Borsa il luogo in cui si incontrano società e investitori, l’acquisto di un’azione è l’acquisto di una piccola parte di quella società. Ogni azione ha un valore nominale pari al capitale sociale diviso per il numero di azioni emesse e uno di mercato che in Borsa corrisponde al prezzo effettivo sul quale ci si accorda per la compravendita. In Borsa, il valore delle azioni varia ogni giorno in funzione della domanda e dell’offerta e può discostarsi di molto da quello nominale. Gli indici azionari servono per sintetizzare l’andamento delle Borse: rappresentano la media dei prezzi dei singoli titoli considerati in una determinata unità di tempo, sia in generale sia in uno specifico settore e possono essere calcolati attraverso una semplice media o ponderando il valore dei titoli in base alle dimensioni delle società quotate.

In Italia l’indice più noto è il MIBtel, nato nel 1994 con l’introduzione alla Borsa di Milano del circuito telematico delle contrattazioni: calcolato ogni minuto durante la fase di negoziazione sulla base dei prezzi degli ultimi contratti conclusi, riassume l’andamento di tutte le azioni quotate sul Mercato telematico azionario (Mta) e sul Mtax (riguarda il settore tecnologico) ed ha una base stabilita in 10.000 punti relativa ai valori del 3 gennaio 1994. Il record fu toccato il 10 marzo 2000 (in piena New Economy, la fase in cui sembrava che le opportunità offerte da Internet avessero inaugurato una sorta di età dell’oro) con 33.853 punti (il 28 gennaio 2009 ha chiuso a 14.508).

Tra gli altri indici della Borsa di Milano, i più importanti sono: lo S&P/Mib, calcolato dal 2 giugno 2003 (ma operativo dal 20 settembre dello stesso anno) in collaborazione con la società di rating Standard & Poor’s. Riguarda i titoli delle 40 maggiori società (ponderati a seconda della capitalizzazione) che insieme fanno più o meno l’80% del valore totale (tra queste Arnoldo Mondadori, Enel, Eni, Gruppo Editoriale L’Espresso, Intesa Sanpaolo, Luxottica, Mediaset, Mediobanca, Mediolanum, Parmalat, Pirelli, Telecom, Unicredit); il Midex, creato il 31 dicembre 1994 con un valore pari a 10.000, è l’indice delle azioni nazionali o estere appartenenti a società particolarmente importanti – blue chip, dall’abitudine dei pokeristi americani di dare il valore più alto alle fiches di quel colore - ma non incluse nel paniere S&P/Mib (tra queste Banca Generali, Benetton, Cir, Piaggio, Rcs, Saras, Tiscali, Tod’s); l’All Stars, relativo a tutte le azioni quotate nel segmento Star, quello delle piccole e medie imprese di qualità con interessanti prospettive di crescita.

Per capire l’andamento dell’economia è importante anche osservare l’andamento dei principali mercati borsistici mondiali. Per via del fuso orario, ogni giorno gli addetti ai lavori cominciano dal Nikkei, dal 1950 calcolato dal quotidiano giapponese Nihon Keizai Shimbun sui 225 titoli più importanti della Borsa di Tokyo: raggiunse il suo massimo il 29 dicembre 1989, 38.957,44 punti, nel XXI secolo non è andato oltre quota 18.300 (8.106 il 28 gennaio 2009).

Il secondo indice di cui sentiamo parlare nei telegiornali della mattina è l’Hang Seng di Hong Kong, calcolato dal 24 novembre 1969 dalla Hang Seng Bank basandosi sull’andamento delle 45 principali azioni della locale Borsa (copre più o meno i due terzi della capitalizzazione totale). Base di 100 punti calcolata sul valore al 30 luglio 1964, il 30 ottobre 2007 raggiunse la quota record di 31.958,41 punti, un anno dopo, il 27 ottobre 2008, al termine di una lunga discesa toccò quota 10.676, negli ultimi mesi è leggermente risalito (12.578,60 il 28 gennaio).

Nell’area euro l’indice più importante è il DAX30 (Deutsche Aktien Xchange 30) della Borsa di Francoforte, che si basa sui trenta più importanti titoli tedeschi: base di 1.000 punti calcolata sul valore al 30 dicembre 1987, il 13 luglio 2007 toccò la quota record di 8.150 punti (4.518,72 il 28 gennaio 2009). Il secondo indice più importante dell’area Euro è il CAC40, che deve il suo nome al primo sistema automatico di quotazione (Cotation Assistée en Continu) della Borsa di Parigi: base di 1.000 punti calcolata sul valore delle quotazioni al 31 dicembre 1987, nel settembre 2000 raggiunse la quota record di 6.922,33 punti (28/1/2009: 3.076,01).

Nell’ambito dell’Unione Europea, l’indice più importante è l’FTSE 100 della Borsa di Londra (London Stock Exchange): gestito dal FTSE Group, società ora indipendente nata come joint venture tra il Financial Times e il London Stock Exchange, si basa sulle quotazioni delle 100 più importanti società (più o meno l’80% della capitalizzazione totale). Calcolato dal 3 gennaio 1984 con una base di 1.000 punti, il 30 dicembre 1999 raggiunse la quota record di 6.950,6 punti (28/1/2009: 4.295,20). Altri indici europei tenuti d’occhio dagli operatori sono l’Aex di Amsterdam, il Bel20 di Bruxelles, l’Ibex35 di Madrid, lo Smi di Zurigo.

L’indice più importante è anche, a causa del fuso orario, l’ultimo tra quelli di un certo rilievo per orario di chiusura. Si tratta del DowJones della Borsa di New York (NYSE – New York Stock Exchange), inventato alla fine del XIX secolo da Charles Dow, padre dell’analisi tecnica e fondatore del Wall Street Journal: calcola l’andamento di un portafoglio composto dalle maggiori 30 imprese industriali statunitensi raggruppate in un rapporto pesato in base al loro prezzo. Misurato per la prima volta il 26 maggio 1896 basandosi sul valore dei titoli di 12 società (solo la General Electric è arrivata fino ai giorni nostri), il 9 ottobre 2007 raggiunse il record di 14.164,57 punti (28/1/2009: 8.373,30).

Negli anni il Dow Jones ha perso insieme al settore industriale molta della sua importanza mentre si sono affermati altri indici, il più importante dei quali è quello che misura l’andamento del Nasdaq (National Association of Securities Dealers Automated Quotations): nato a Wall Street il 5 febbraio 1971, fu il primo mercato della storia basato su una rete di computer. Il Nasdaq Composite misura l’andamento dei principali titoli tecnologici: base di partenza 100 punti, il 10 marzo 2000 raggiunse la quota record di 5.132,52 (28/1/2009: 1.555,89). Dall’inizio dell’anno esiste anche un Nasdaq Omx Government Relief Index (Qgri): basato sulle quotazioni di 24 società scelte tra quelle che hanno avuto dallo Stato almeno un miliardo di aiuti, viene usato per tenere sotto controllo i progressi delle aziende salvate col denaro pubblico. Partito il 5 gennaio da 1.000 punti, a fine mese oscillava intorno a 650.