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 2009  gennaio 27 Martedì calendario

LONDRA AIUTA L’AUTO CON 2,5 MILIARDI


Una lunga gestazione e ieri l’annuncio. Il Governo Brown, dopo aver lanciato il salvagente al settore bancario, dopo aver cercato di rimettere in moto le linee di credito congelate dal sospetto diffuso del rischio insolvenza, ha affrontato il capitolo auto. Se ne parlava da settimane, le consultazioni fra l’Esecutivo e i produttori si sono però intensificate solo negli ultimi giorni. E ieri Peter Mandelson, ministro alle Attività produttive, ha sciolto le ultime riserve ed elencato ai Lords il piano inglese.
Si snoda attorno alle garanzie al credito. Due miliardi e trecentomila sterline (circa 2,5 miliardi di euro) saranno di fatto rese disponibili ai produttori attingendo per almeno 1,3 miliardi a finanziamenti della Banca europea per gli investimenti e per un altro miliardo al Tesoro, per quei prestiti che la Bei non contempla.
«L’industria dell’auto - ha commentato Mandelson - sta soffrendo molto più di altri settori. Non è pensabile che un comparto chiave per la nostra economia sia messo in ginocchio. Questo non vuole essere un piano di salvataggio, né un assegno in bianco. Qualsiasi intervento che faremo avrà un target preciso per essere certo che imprese sane, oggi in difficoltà per il credit crunch, possano ottenere la liquidità necessaria».
L’industria britannica occupa circa 850mila persone e nel 2008 ha prodotto 1,65 milioni di auto per lo più destinate all’export. Per questo, a dicembre, quando è emerso che la produzione del comparto aveva perduto il 49%, è suonato l’allarme in tutto il Paese. Come ha indicato Mandelson ieri, quella automobilistica è un’industria diffusa a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale e le ricadute della crisi finirebbero per coinvolgere l’intera mappa britannica. Il piano prevede aiuti mirati a chi sarà più impegnato nelle tecnologie verdi, a chi avvierà progetti di riqualificazione del personale. Promette inoltre di estendersi a tutta la filiera dell’auto raggiungendo anche l’indotto.
L’iniziativa di Gordon Brown ha raccolto pareri positivi, ma anche molte perplessità perché resta tratteggiata solo nelle linee generali. Oggi stesso il ministro Mandelson si incontrerà con il mondo dell’impresa per entrare più nel dettaglio. quello che chiede soprattutto la Confederazione dell’industria britannica (Cbi). « l’approccio giusto - ha commentato Richard Lambert direttore generale dell’associazione - ma restano da valutare molti aspetti specifici. Non è ancora chiaro quanto rapidamente i finanziamenti saranno resi disponibili e quanti produttori potranno rientrare entro le linee guida del piano». Più esplicito è stato il commento della Jaguar Land Rover che da mesi sollecita l’intervento pubblico. «La congiuntura che stiamo vivendo - ha detto il portavoce del gruppo ora di proprietà degli indiani di Tata - declina contemporaneamente la scomparsa del credito con il crollo della domanda. necessario per la futura competitività di questo Paese che si crei una manodopera e un management capaci di misurarsi con la tecnologia verde».
Toccherà ora a Mervyn Davies appena nominato sottosegretario di Mandelson ed ex presidente di Standard Chartered organizzare la struttura finanziaria degli aiuti all’auto. E la rapidità sembra un requisito indispensabile. Nel Regno Unito la crisi seguita alla stretta sul credito s’è avvitata con un’accelerazione che non si vede nell’Europa continentale sbattendo con le spalle al muro quasi tutti i comparti con la sola, possibile, eccezione di certe aree del retail.
Il ventre molle - oltre alla finanza - è però apparso da subito il settore automotive, nonostante sia considerato moderno e con livelli di produttività, secondo il Governo, superiori «a Francia e Svezia». «L’industria automobilistica inglese - ha commentato ieri Paul Everitt, amministratore delegato dell’associazione che riunisce i costruttori - è competitiva con un grande futuro in un contesto di produzioni a basso impatto ambientale».
Le misure della strana coppia Brown-Mandelson (non si sono mai amati) sono paragonabili a quelle adottate in Francia e Germania? presto per dirlo. I particolari del piano diranno se sarà in grado di rilanciare un settore in caduta libera. Per l’opposizione Tory in realtà non c’è bisogno di aspettare tanto. «Quello che offrite è solo una birretta. Troppo poco e troppo tardi - ha detto il ministro ombra Kenneth Clarke - mentre il Governo perde tempo, le vendite di auto nel Paese si sono dimezzate».