Annamaria Piacentini, Libero 28/1/2009, 28 gennaio 2009
«A 80 ANNI TORNO SBIRRO. E PICCHIO SODO»
Bud Spencer è un uomo riservato, tutto l’opposto del mitico modello cinematografico. Oltre che un attore conosciuto in tutto il mondo è anche un poeta che scrive canzoni e sceneggiature. Tra un caffè e l’altro il telefono squilla. Gli offrono ruoli da protagonista, ma lui dice no anche a un programma tv. «Sono uno che riflette» - confessa - «recentemente ho rifiutato un film in inglese. Volevano che interpretassi ”Gulliver”», aggiunge. Ma lo rivedremo presto. A marzo sul grande schermo in ”Uccidere è il mio mestiere”, e in tv nella fiction Mediaset ”I delitti del cuoco”.
Bud, parliamo del poliziesco all’italiana che inizierà a girare per Canale 5…
« una serie tv di cui si sta ultimando la sceneggiatura. Il mio ruolo è quello di un commissario, che nonostante sia andato in pensione, si interessa di casi delittuosi. Decido di aprire un ristorante e assumo tre ex delinquenti. Quando la polizia non riesce a risolvere un caso, ci provo io. E qualche schiaffone lo do ancora».
prevista anche l’uscita del film ”Uccidere è il mio mestiere”, del regista tedesco Sebastian Nieman. Che ruolo ha?
«Sono il tutor cieco di un serial killer. Il mio compito è quello di insegnargli a diventare un criminale, fino a farlo uccidere. Il metodo? Truccarsi, sostituirsi ai personaggi e poi dileguarsi. Il film, coprodotto con la Warner Bros è un horror-comico girato in Germania. L’anteprima mondiale si farà a Berlino».
Stava scrivendo anche una nuova versione del ”Dottor Jekyll e Mister Hyde”, un film che avrebbe segnato il ritorno della coppia Spencer-Hill. Ci ha ripensato?
«I dieci anni di differenza che ci sono tra noi hanno deciso la fine di un’epoca. difficile oggi interpretare due spensierati fuori dal mondo. Ora voglio dedicarmi alla mia biografia. Con Terence si potrebbe solo girare ”Noi due molti anni dopo”».
Torniamo indietro. Come iniziò la sua carriera cinematografica?
«Io non volevo fare l’attore, non ci ho mai pensato pur avendo come suocero Peppino Amato uno dei più grandi produttori italiani. Mi chiamavo Pedersoli e venivo dallo sport dove già mi ero conquistato il successo. Ma un incontro cambiò la mia vita».
Quale?
«Il regista Pino Colizzi chiamò al telefono mia moglie e le chiese: ”Suo marito è sempre così forte come alle Olimpiadi?”. Lei rispose: ”No. diventato grasso e lo sport non lo fa più. Ero arrivato a pesare 150 chili. Ma lui volle incontrarmi».
Cosa le disse?
«Sai andare a cavallo? No, risposi. I cavalli li ho visti solo all’ippodromo. ”Ho pensato a te per un ruolo in un film” aggiunse. Iniziò tutto nel ”67 con ”Dio perdona... io no”».
Come risolse il fatto che era un cow-boy che non sapeva andare a cavallo?
«Attaccandomi al pomo della sella. Un cavallo si accorge subito se non sai montarlo. Infatti tentò di farmi cadere, ma non ci riuscì. Il giorno dopo, appena misi il piede nella staffa, mi riconobbe e si buttò a terra».
Quanti film ha fatto?
«Centoquattro. Ricordo che all’inizio, durante le proiezione andavamo nelle sale al buio per capire cosa ne pensava il pubblico. ”Adesso vedrai cosa combina Bud” erano i commenti. Con la mia violenza comica ho fatto inconsapevolmente il difensore di tutto quello che ad ognuno di noi andava stretto».
Non ha mai pensato di ”mollare” Bud e di ”fuggire” con Carlo?
«Impossibile. Carlo vive con me in ogni istante, Bud è un personaggio costruito, ma mi appartiene molto. Pochi uomini si sono guardati allo specchio per chiedersi: chi sei?».
Lei lo ha fatto?
«A 27 anni quando ho chiuso con lo sport. E tutte le donne che mi corteggiavano, e i grandi alberghi che mi ospitavano passavano al nuovo campione. Mi trovai davanti a una realtà che non pensavo finisse».
Come ha reagito?
«Sono partito per il Venezuela e ho passato un anno nella giungla amazzonica come impiegato in una compagnia che costruiva strade. Eppure venivo da una famiglia benestante».
Le è servito?
«Sì. Ma non ho mai detto: se ci avessi pensato prima. Succede solo quando si sbaglia. La mia regola di vita sono stati i valori e gli incontri giusti».
Come nel matrimonio? Quando ha conosciuto sua moglie?
«Quarantanove anni fa. Sono sempre stato innamorato di lei e non l’ho mai tradita. Quando l’ho vista la prima volta era una ragazzina. Aveva dieci anni meno di me».
Alla politica non crede più?
«Sono di destra, e non l’ho mai nascosto. Quando Berlusconi mi chiamò per le regionali del ”95 accettai, perché lo conoscevo da tempo. Ma mi sono reso conto che è un mondo difficile».