Enrico Franceschini, laRepubblica 29/1/2009, pagina 45, 29 gennaio 2009
Il Times ha stilato la classifica delle cinquanta cose che hanno peggiorato il football. Al primo posto la televisione, «il mostro che ha mangiato il calcio»: ha trasformato calendario, orari, modo di vedere una partita e di tifare
Il Times ha stilato la classifica delle cinquanta cose che hanno peggiorato il football. Al primo posto la televisione, «il mostro che ha mangiato il calcio»: ha trasformato calendario, orari, modo di vedere una partita e di tifare. Poi viene la Premier League, perché «se vincevi la First Division», la Prima Divisione, come era chiamata un tempo la massima serie inglese, «eri la migliore squadra d’Inghilterra, se vinci la Premier sei in rosso per 530 milioni di euro». Al terzo posto la Champions League, con motivazioni analoghe: «Se vincevi la Coppa dei Campioni eri la migliore squadra d’Europa, se vinci la Champions sei in rosso per 750 milioni di euro». Più in basso nella lista: il Manchester City degli sceicchi («il nuovo Chelsea»); Kakà («se davvero non è interessato ai soldi, perché il Milan deve dargli 173 mila sterline alla settimana?»); i tatuaggi(«non è possibile camminare in uno spogliatoio e non essere accecati da croci celtiche, angeli, proverbi cinesi e non, nomi di bambini e di mogli»); i numeri di maglia («perché Ronaldinho ha l’80? Bei tempi quando il portiere aveva l’1 e il più bravo della squadra il 10»); il calciomercato («fare shopping due volte all’anno non funzionerebbe per una massaia, figuriamoci nel calcio»); le autobiografie scritte o perlomeno firmate dai calciatori («Rooney ha già scritto due libri, uno in più di quanti ne ha letti in vita sua»).