Fabio Cutri, Corriere della Sera 29/1/2009, 29 gennaio 2009
MILANO
Non è difficile immaginare perché il suo sia uno degli «outing d’autore» più attesi. Bellissimo, talento da vendere, faccia (e modi) da bravo ragazzo. E poi, chi non vorrebbe Roberto Bolle come testimonial?
L’Arcigay era così convinto di averlo finalmente arruolato da invitarlo «a baciarsi per la strada con il suo compagno per dimostrare che l’Italia può liberarsi dell’oscurantismo vaticano». L’étoile della Scala – annunciava ieri con orgoglio l’associazione – ha ormai reso pubblica la propria omosessualità sull’ultimo
Numéro Homme, una rivista patinata di moda francese. però lo stesso Bolle, nel giro di poche ore, a spegnere tanto entusiasmo parlando di un’intervista «completamente travisata e decontestualizzata ».
Resta il giallo: il giornalista d’Oltralpe ha fatto bene il suo mestiere oppure ha messo in bocca al ballerino frasi che lui non intendeva pronunciare? Bolle, da parte sua, ammette che l’equivoco potrebbe essere nato «anche della mia non perfetta padronanza del francese». Il diretto interessato non si riconosce nemmeno nelle parole riportate da Arcigay, e cioè di non essere venuto prima allo scoperto perché «in Italia è necessaria riservatezza a causa del potere conservatore della Chiesa». Sorpreso e «dispiaciuto», così lo raccontano gli amici. Il ballerino non ce l’ha con Arcigay, però precisa non solo che il suo «presunto outing non corrisponde a verità», ma di non credere neppure che rilasciare dichiarazioni in merito al proprio orientamento sessuale «faccia parte dei doveri sociali di artisti e personaggi pubblici». Tutto daccapo. Restano i fatti, anche se non sono molti e, soprattutto, non sempre parlano da soli. Quello incontestabile è che uno dei grandi amori di Bolle è stata una ragazza. Roberto conobbe la collega Beatrice Carbone a 17 anni e per due anni e mezzo fecero coppia fissa: « stata la mia Giulietta anche fuori dalle scene, e il nostro amore uno stimolo in più per danzare». Il ragazzo di Casale Monferrato è una specie di anti-Nureyev (che lo lanciò scegliendolo per il ruolo di Tadzio nel balletto Morte a Venezia): niente vita da bohémien e sempre alla larga dal gossip. Quasi impossibile pizzic arlo in giro in qualche tête-à-tête. A Pantelleria venne paparazzato in costume insieme al modello napoletano Massimiliano Neri. Uno scatto tagliato ad arte, dice un’amica, in cui è stato cancellato tutto il gruppo che era con loro. Strana davvero anche la sparata contro il Vaticano, visto che Bolle si definisce un cattolico praticante che in chiesa «trova se stesso e una bellissima energia ». Senza contare l’esibizione in San Pietro, sotto gli occhi di Papa Wojtyla.
Insomma, il ruolo di icona gay andrebbe comunque stretto al divino Bolle. Che smentisce persino di avere un pubblico maschile così preponderante: «In camerino vengono a trovarmi soprattutto ragazzine, madri e nonne». E gli omosessuali? «Solo ogni tanto c’è una lettera affettuosa di qualche adolescente gay».
Fabio Cutri