Giusi Fasano, Corriere della Sera 29/1/2009, 29 gennaio 2009
MILANO
«Ho perso la pazienza ». Olindo dice che è stato un momento di nervosismo, nulla di più. L’agente penitenziario, invece, dice che è stata un’aggressione bell’e buona.
Lo sfondo è il carcere delle Novate, Piacenza, dove l’ergastolano Olindo Romano, condannato per la strage di Erba, è stato da poco trasferito. Due giorni fa, dice la versione del vice sovrintendente di turno nella sezione di Olindo, durante un’ispezione si è scoperto che il detenuto aveva steso il lenzuolo alle sbarre della finestra, cosa vietata dal regolamento. «Lì non è possibile tenere quel lenzuolo» ha obiettato l’agente. «E allora vieni a toglierlo tu» sarebbe stata la risposta di Olindo. A quell’approccio malmostoso è seguito un breve battibecco, toni via via più accesi e poi la decisione di entrare a togliere il lenzuolo. a quel punto che il detenuto avrebbe strattonato e aggredito il suo interlocutore, fino a procurargli escoriazioni al volto che lui si è poi fatto medicare in ospedale. Il vice sovrintendente per ora non ha ancora deciso se presentare denuncia ma nel suo rapporto scrive di un Olindo intrattabile. Il condannato della strage di Erba è arrivato da poco nel carcere di Piacenza, dopo due anni ci cella passati a Como dov’era anche la moglie Rosa Bazzi, pure lei condannata all’ergastolo. Ora lui è a Piacenza e lei a Vercelli e l’«intrattabile» Olindo, in isolamento, passa il suo tempo a fumare più che mai e a scrivere istanze per il riavvicinamento a Rosa. Da metà dicembre (quando sono stato divisi) l’ha vista soltanto tre volte mentre prima la incontrava ogni settimana. Forse è proprio quella l’origine del suo «nervosismo», come lo chiama lui che, a modo suo, denuncia di essere continuamente vittima di vessazioni e provocazioni da parte di alcuni (pochi, dice lui) agenti penitenziari del carcere di Piacenza. E al suo avvocato, Fabio Schembri, racconta una versione dei fatti diversa sull’episodio di due giorni fa. « stato solo un litigio ». «Uno screzio», per dirla con le parole di Schembri, al quale l’ergastolano ha raccontato di angherie come permessi di fumare revocati dopo pochi istanti, per dispetto.
Dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, il segretario generale Donato Capece non prende nemmeno in considerazione la versione di Olindo, parla di «vile aggressione », di «episodio grave» e si augura che «Romano sia trasferito in un istituto di massima sicurezza». A lui, come sempre, andrebbe bene anche quello: basta solo riavere gli incontri settimanali con Rosa.