Tobia De stefano, LiberoMercato 27/1/2009, 27 gennaio 2009
«IN ITALIA 150 MILIONI DI TURISTI IN PIU’»
Dalla canicola del deserto argentino alla neve di Cortina. C’è un unico filo conduttore in quest’inizio 2009 di Matteo Marzotto. L’ultimo weekend, stanziale sulle Dolomiti, per presentare i dati in controtendenza del turismo invernale (+ 8% l’occupazione delle camere), le settimane precedenti per ”correre”, è la quinta partecipazione, alla mitica Dakar 2009 (partenza e arrivo a Buenos Aires). «Un’esperienza che forgia il carattere», dice lui. Proprio quel (...)
(...) carattere che il presidente dell’Enit vuole trasferire nella sua esperienza alla guida dell’ente per la promozione dell’Italia nel mondo. Impresa difficile, perché significherebbe rivitalizzare un carrozzone di Stato, stando alla vulgata ormai radicata negli anni...
Presidente la attende un duro lavoro...
«Mi faccia dire innanzitutto che io non sono d’accordo con quella definizione. All’Enit lavorano 240 persone. Il 50% in Italia e il resto in giro per il mondo nelle 30 sedi attive all’estero. E considerando il lavoro che abbiamo da fare mi sembra un numero adeguato».
Forse in passato quel lavoro non ha portato i frutti sperati...
«E sta proprio qui la differenza. A partire dal quotidiano, il ruolo che svolgiamo nelle fiere e la partecipazione nelle amministrazioni regionali, per arrivare fino agli obiettivi di lungo termine, promuovere il brand Italia nel mondo, il numero del personale è quello giusto. Poi si valuteranno i risultati. Ma le dirò di più...»
Prego.
«Voglio smentire anche un altro luogo comune. Io qui ho trovato delle buone professionalità, con punte di eccellenza, e qualcuno abituato a ritmi di lavoro più lenti. Ma stiamo parlando di una percentuale fisiologica, in media con quella del privato».
Perfetto. Però vi hanno tagliato i fondi del 30%. Da 49 a 30 milioni...
«Sono decisione della politica nelle quali io non entro. Magari c’è qualcuno che non conosce nei dettagli quello che facciamo... Detto questo però vorrei tornare sui contenuti. E sul rapporto con l’attività di promozione del turismo che svolgono anche le Regioni. Bene, facendo gioco di squadra è possibile rafforzare la dote da 30 milioni di cui lei parlava...
In che modo?
« una questione di priorità. Vede, noi abbiamo l’obbligo di promuovere il brand Italia all’estero, come fanno Spagna e Francia, ma questo oggi non succede. E il federalismo del turismo non va bene...».
Nel senso?
«Nel senso che vediamo ancora troppe aree geografiche che si sponsorizzano fuori dai confini senza neanche indicare che sono dei territori italiani. Francamente, mi sembra paradossale».
Cosa si può fare?
«Beh, le porto come esempio quello che stiamo facendo in Campania. Con l’assessore Velardi abbiamo programmato una serie di progetti per fare sistema e delegare all’Enit una buona parte delle risorse per la promozione disponibili sul territorio».
Quanto?
« ancora presto per dare i numeri sul caso specifico. In generale le posso dire che a noi basterebbe il 18-20% di quanto oggi le Regioni spendono per la promozione del turismo».
In soldoni?
«Complessivamente, negli ultimi sei anni, la promozione è costata in media alle Regioni 316 milioni».
E il 18-20% fa circa 60 milioni...
«Ecco, sommando i 60 ai 20 dell’Enit potremmo portare avanti molti dei progetti che abbiamo in cantiere?
Per esempio?
«Nella comunicazione, rimettendo al centro l’idea del consumatore di riferimento. Già sappiamo che Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna rappresentano dei grandi bacini d’afflusso. Conosciamo le opportunità in Cina e India e siamo consapevoli del ruolo di competitor di Francia e Spagna. Noi invece dobbiamo individuare ”i consumatori” da intercettare».
E quindi?
«Partiremo, il progetto sarà pronto entro fine marzo, con una serie di campagne pubblicitarie televisive focalizzate sulla clientela con maggiore disponibilità di spesa».
Dove?
«Per esempio in Svizzera, Austria, Usa e Germania. Ma non solo. Perché punteremo anche sulla comunicazione on line, abbiamo intenzione di sfruttare le potenzialità di ”You Tube”, e stiamo facendo dei ragionamenti sulla web tv».
Poi ci sono i competitor. Quali vantaggi porterà il brand unico con Spagna e Francia?
«Sommando i 45 milioni di arrivi stranieri in Italia con gli 82 milioni della Francia e i 55-57 della Spagna, arriviamo a quota 184. Bene, al netto di francesi e spagnoli, possiamo parlare di 150 milioni di arrivi in più per una media di 5 giorni di vacanze all’anno. solo un esempio di come, aguzzando l’ingegno, sia possibile rafforzare l’industria turismo, già oggi la prima del Paese con un fatturato pari al 12% del Pil nazionale».