Omero Ciai, la Repubblica 28/1/2009, 28 gennaio 2009
GRAZIE A CARLA BRUNI HO PARLATO CON SARKOZY"
C´è una donna che combatte la sua battaglia in favore di Cesare Battisti e che è anche la chiave dell´appoggio che l´ex terrorista dei Pac ha trovato in Brasile. Fred Vargas, la giallista parigina, che in Francia aveva fondato un comitato contro l´estradizione di Battisti ora si muove da diversi mesi tra San Paolo e Brasilia per convincere le autorità brasiliane «dell´innocenza di Cesare».
Signora Vargas, è stata aiutata da Carla Bruni?
«Carla è una mia amica, ci conosciamo da tempo. A lei piacciono i miei libri, a me piace la sua musica. A Parigi ci frequentiamo e parliamo dei nostri comuni interessi. L´unica cosa vera su quello che è stato detto è che io, una sola volta, sono stata ricevuta, grazie a Carla, dal presidente Sarkozy. successo dopo la decisione di non estradare in Italia l´ex brigatista Marina Petrella. Il presidente era d´accordo con me sul fatto che il caso della Petrella e quello di Cesare erano simili».
Cosa pensa del richiamo dell´ambasciatore Valensise in Italia?
«Non capisco. Io non ho nulla contro l´Italia. un Paese che adoro. Nel mio impegno a favore di Battisti non c´è nulla di politico. Combatto per una verità, io penso che sia innocente. E non mi sembrano giuste queste pressioni dell´Italia contro il Brasile. Perché non hanno richiamato l´ambasciatore dalla Francia quando Sarkozy non ha concesso l´estradizione di Marina Petrella? E perché non hanno fatto nulla in tutti gli anni in cui Cesare viveva a Parigi e si rifaceva una vita? Il Brasile è un Paese indipendente ed io sono grata ai brasiliani per quello che stanno facendo».
Si aspettava di trovare tanta solidarietà in Brasile?
«Per dirle la verità no, non me lo aspettavo. Quando sono arrivata la prima volta in Brasile, dopo l´arresto di Battisti a Rio de Janeiro nel 2007, ero spaventata. Poi a poco a poco, attraverso le persone che conoscevo entravo in contatto con altre sempre più importanti. stata una cosa semplice. Un avvocato che conobbi mi portò da un magistrato, Delmo Dallari, e questo mi presentò il senatore Suplicy. Ho spiegato le mie ragioni, le hanno comprese e mi hanno aiutato. Tutto qui. Non c´è alcun complotto anti-italiano. Sono solo persone che si sono convinte delle mie ragioni».
Come pensa che andrà a finire?
«Spero che la prossima settimana la Corte suprema accetti la decisione del ministro della Giustizia Genro, e che non si apra un conflitto tra il potere esecutivo e quello giudiziario. Sarebbe molto dannoso per il Brasile».