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 2009  gennaio 05 Lunedì calendario

Marcello Foa, Il Giornale, 5/1/2009 Era ricco, famoso, potente. Ed era un simbolo, invidiato: negli anni Novanta, poco dopo il crollo dell’Urss, divenne il primo miliardario russo dalla Rivoluzione bolscevica

Marcello Foa, Il Giornale, 5/1/2009 Era ricco, famoso, potente. Ed era un simbolo, invidiato: negli anni Novanta, poco dopo il crollo dell’Urss, divenne il primo miliardario russo dalla Rivoluzione bolscevica. Allora German Sterligov aveva appena 24 anni ed era a capo di quella che rapidamente divenne la più grande società per il commercio di materie prime. Oggi vive a un centinaio di chilometri da Mosca in una baita in legno senza riscaldamento, senza elettricità con due mucche, alcune pecore, diverse galline. E, naturalmente, con la moglie e i cinque figli. Li guardi in fotografia e hai l’impressione che si tratti di una riproduzione di un quadro di Tolstoi. Lui ha la barba lunga e indossa maglioni di lana grezza, la sua signora e la primogenita Pelageya il foulard di seta e lunghe gonne fino alla caviglia, come contadine della Russia dell’800. Pensi: Sterligov è un ricco finito male. Immagini che possa essere la prima vittima della crisi finanziaria generata dai mutui subprime che ha già travolto alcuni oligarchi moscoviti. E invece no: la sua è una scelta che risale non a poche settimane fa, ma al 2004. Sì, German e la sua famiglia vivono così da oltre quattro anni e non si sono mai pentiti. Felici di essere fuori dal mondo, senza Internet, senza tv, senza lussi, senza preoccupazioni. «Quando presi questa decisione molti dei miei amici pensarono che fossi impazzito – ha raccontato al quotidiano britannico Daily Mail ”ma avevo ragione io e oggi sono in una posizione molto più favorevole di loro peraffrontare la recessione globale». Ha solo 42 anni e l’era in cui apparteneva all’invidiatissimo club dei super-ricchi sembra davvero lontana. A un certo punto la sua compagnia aveva oltre 2500 dipendenti, uffici a Wall Street, Londra e sulla Piazza Rossa. In America era diventato amico di Bill Gates, di Ted Turner, dei Rockefeller. Possedeva una villa di venti stanze a Rublyovka, il sobborgo più esclusivo della capitale russa, un appartamento a Ginevra e un castello in Borgogna. Ma non era contento. «Nei primi due anni fummo costretti a cambiare appartamento 23 volte nel timore di essere rapiti o uccisi», ricorda la Alyona, di un anno più giovane. «Alcuni soci d’affari di mio marito furono ammazzati per strada e noi potevamo uscire solo sotto scorta. Avevo sempre almeno due guardie del corpo, ma a un certo punto addirittura sessanta». Potevano permettersi qualunque lusso, ma non la libertà. Con il passare del tempo Sterligov diventava sempre più ricco e ambizioso. Troppo ambizioso. Nel 2004 tentò di candidarsi alla presidenza contro Putin, investendo diversi milioni di dollari, ma il regime non gradì e da un giorno all’altro lo escluse dalle liste elettorali avanzando motivazioni alquanto dubbie. Quella sera rientrò a casa, gettò per terra la giacca e disse alla moglie: «Non ne posso più, partiamo e costruiamo una nuova vita». Detto, fatto. Lui si dimise e vendette le quote azionarie, lei decine di abiti firmati, tutti i diamanti, tutti i gioielli. Partire sì, ma per dove? Non troppo lontano; trovarono qualche ettaro di terra in una zona rurale e acquistarono per pochi rubli una casa semiabbandonata. Anzi, due:una invernale con stalla annessa per dare riparo al bestiame, l’altra estiva, a venti chilometri, in mezzo ai pascoli. Entrambe semplicissime, composte da tre stanze: un soggiorno e due camere da letto, con in mezzo un’enorme stufa a legna per riscaldare l’ambiente. Solo pochi mesi fa hanno installato un generatore elettrico, l’unica concessione alla modernità, assieme a una lavatrice. Invece dell’auto usano un carro trainato da un cavallo. Quando si trasferirono in campagna avevano quattro figli,ma Alyona rimase incinta e diede alla luce Mikhei. Parto in casa, naturalmente, con una levatrice e German a dare una mano. I ragazzi non vanno a scuola, ma ricevono periodicamente la visita di alcuni istitutori che insegnano matematica, storia, russo e lotta libera. Assieme al padre costruiscono sedie di legno tradizionali che poi rivendonoa 130 euro l’una. «Di solito ne piazziamo due alla settimana e i proventi sono più che sufficienti per comprare cibo, vestiti e le lezioni a domicilio», spiega l’ex miliardario più invidiato di Russia, che ha finalmente scoperto «il piacere della vita» e che afferma di non provare «alcuna nostalgia per lo shopping di lusso, i ristoranti a tre stelle, le vacanze esclusive». «Sto molto meglio, così», giura. Le difficoltà degli oligarchi lo lasciano indifferente. Anzi, la recessione lo ha indotto a rinverdire il suo istinto imprenditoriale. «Sto creando una Borsa basata esclusivamente sul baratto». convinto che solo così la Russia «possa salvarsi dal tracollo finanziario». E a tutti dà un consiglio: «Comprate sale, zucchero, prodotti a lunga conservazione. Nei prossimi mesi diventeranno preziosi».