Dino Messina, Corriere della Sera 28/1/2009, 28 gennaio 2009
Libraio, editor, editore, Roberto Palazzi (Firenze, 1946-Roma 2002) è stata figura centrale nel mondo dei bibliofili italiani, non soltanto per aver fondato e diretto con Maria Gabriella Carbone la romana Libreria al Vascello ma per aver fatto della passione per il libro il centro della sua vita
Libraio, editor, editore, Roberto Palazzi (Firenze, 1946-Roma 2002) è stata figura centrale nel mondo dei bibliofili italiani, non soltanto per aver fondato e diretto con Maria Gabriella Carbone la romana Libreria al Vascello ma per aver fatto della passione per il libro il centro della sua vita. Amante di trouvaille come i frontespizi sbagliati (scrisse un saggio su una Res publica litterarum), studioso di storia della cultura, Palazzi ci ha lasciato una serie di articoli e studi, apparsi da ultimo su «Charta », che ora con il titolo Scritti di bibliografia, editoria e altre futilità vengono raccolti in un volume tanto gradevole quanto ben curato da Massimo Gatta e Mauro Chiabrando (pagine 422, e 25, biblohaus editore). Gli ex libris erotici, gli illustratori di Edgar Allan Poe, la storia dell’editoria in Italia dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, una rassegna sulle pubblicazioni per nozze, la fortuna nel nostro Paese delle opere di Marcel Proust, Michail Bulgakov, Isaac Asimov, Louis-Ferdinand Céline, l’avventura di Leo Longanesi a Roma, il labirinto del falso in editoria sono soltanto alcuni dei temi trattati da quest’onnivoro del libro, perfettamente bilingue (era di madre tedesca), che grazie a una prodigiosa manualità poteva cimentarsi, come ricorda Chiabrando, «nell’autoproduzione di edizioni». Non è un caso che il biblionauta Giampiero Mughini abbia voluto dedicare il suo recente La collezione a questo sapiente artigiano del libro, definendolo «maestro di libri a noi tutti». Fondatore nell’aprile 1978 di una rivista che usciva ogni cinque mesi, «Futilità - nonsense pettegolezzi vanagloria», che aveva per logo un roditore, Palazzi è uno di quei personaggi che sapevano divertire con l’understatement e regalare manciate di raffinato buonsenso come il «decalogo di un bouquineur per un cavaliere fiorentino» e saggi di erudizione non pedante come il «serraglio di misogini, misantropi, devianti e folli letterari» e la storia dei gufi e civette in editoria. Il volume, introdotto da Corrado Bologna, contiene anche omaggi di Piero Piani, Mario Perniola e Pietro Spirito. Dino Messina