varie, 28 gennaio 2009
Lucia Grassi, 74 anni. Torinese, un tempo bella e benestante, nel 2002 gli era morto il marito imprenditore e da allora s’era fatta sempre più depressa, un po’ perché non sopportava di vivere un’esistenza di privazioni - di recente l’avevano pure sfrattata dall’appartamento signorile in cui aveva sempre vissuto - un po’ perché l’angosciava il futuro del figlio Sergio Ricciuti, 52 anni, senza un lavoro stabile e malato di Parkinson
Lucia Grassi, 74 anni. Torinese, un tempo bella e benestante, nel 2002 gli era morto il marito imprenditore e da allora s’era fatta sempre più depressa, un po’ perché non sopportava di vivere un’esistenza di privazioni - di recente l’avevano pure sfrattata dall’appartamento signorile in cui aveva sempre vissuto - un po’ perché l’angosciava il futuro del figlio Sergio Ricciuti, 52 anni, senza un lavoro stabile e malato di Parkinson. Domenica sera tra i due ci fu una lite, lui aveva chiesto un prestito per aiutare un amico ma lei non era d’accordo, alla fine la madre, vedendo il figlio agitato, gli sciolse un po’ di Valium in un bicchiere d’acqua, «così dormi meglio», ed entrambi si ritirarono nelle loro stanze. A un certo punto lei, che in preda a mille pensieri a lungo s’era rigirata nel letto, si alzò, prese un martello, e lo spaccò due volte sul cranio del figlio che dormiva beato. Quello balzò in piedi con gli occhi sbarrati dal terrore, si mise un asciugamano attorno alla testa che grondava sangue, si infilò un cappotto sul pigiama a righe e prima di correre al pronto soccorso in ciabatte tranquillizzò la madre: «Non ti preoccupare, non è niente. Vado in ospedale e passa tutto». Appena fu uscito lei scrisse un biglietto in gli cui chiedeva scusa, ci mise accanto duemila euro per il suo funerale, salì sulla ringhiera del balcone della cucina e si lasciò cadere. Volo di dieci piani e trenta metri. Notte tra sabato 24 e domenica 25 gennaio in un appartamento signorile in via Monte Ortigara 46, nel quartiere San Paolo, a Torino.