Carl Bradley, con la collaborazione di Lavinia Farnese, Novella 2000, n. 5, 29/01/2009, pp. 50-53., 29 gennaio 2009
Da ragazzo, «con gli amici, ci legavamo ai tetti delle auto, a 130 chilometri l’ora sull’autostrada, verso la spiaggia
Da ragazzo, «con gli amici, ci legavamo ai tetti delle auto, a 130 chilometri l’ora sull’autostrada, verso la spiaggia. Oppure andavamo in un punto di costa, sull’oceano, in cui le rocce creano un foro profondo metri e metri, dal diametro largo poco più del torace. Ci andavamo di notte. Non si vedeva niente. Buttavamo giù una pila, che ci facesse da guida, ci segnalasse una traiettoria. E poi ci tuffavamo. Ci sono tornato, poco tempo fa, con mio figlio. C’erano cinque croci. Non ho raccontato nulla al mio bambino, non volevo sapesse che sono stato un cretino» (Hugh Jackman).