Guido Ceronetti, La stampa 26/1/2009, 26 gennaio 2009
PER CESARE BATTISTI ISTITUIAMO L’INDEGNITA’ NAZIONALE
Peccato manchi in Italia l’istituto dell’Indegnità Nazionale. A un condannato all’ergastolo, pluriomicida, non pentito, volentesi prigioniero politico, che lo Stato dov’è rifugiato ha stabilito di non estradare, l’Indegnità Nazionale, proclamata dalla Cassazione e diffusa da tutti i mezzi, è una pena sostitutiva che mi pare adeguata. Il colpevole ne viene disonorato senza sconti e la perdita del buon nome equivale a una ghigliottina secca. la pena dell’iscrizione sugli ostraca, l’ostracismo, resa perpetua, che comminava l’areopàgo nella democrazia ateniese. Dalla comunità patria sei reciso, per sempre.
Perché tanto spreco di tamburi di severità, da parte di uno Stato dove non è certa nessuna pena detentiva e in cui non riusciamo più a credere? Perché tanto agitarsi d’insistenze e minacce d’incidente diplomatico, affinché il Brasile fletta il braccio perdente e ci faccia dono di questo ricordo insanguinato immeritevole di memoria, per tenerlo qui a spese (per decenni) del contribuente italiano? Prima o poi qualche Università lo inviterebbe a parlare, quale exemplum!, in una Lectio Magistralis, occasione per rinnovare gli sdegni, gli interventi ecc.
Un Battisti di povertà e di gloria di nome Cesare appartiene già all’Italia e alla sua storia, dal 1916. Non mettiamo assieme queste due incongrue omonimìe. Grazie dell’ospitalità.