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 2009  gennaio 26 Lunedì calendario

POSTA, RISPOSTA


Vedo che, da un po’ di tempo a questa parte, lei va vantandosi di pubblicare tutte le lettere che riceve, senza applicare nessuna censura; spero che non vorrà smentirsi, anche se ho forti dubbi che il suo principale le permetta di pubblicarla.
Dunque: crisi Fiat e aiuti di Stato. Perché mai lo Stato dovrebbe dare degli aiuti al gruppo Fiat, quando in passato gli aiuti sono piovuti assai copiosamente su tale gruppo, con il risultato che le automobili che fanno numero e non quelle di nicchia vengono prodotte all’estero (Polonia, Turchia, Brasile ecc.)? Mi permetto di darle qualche cifra. Automobili prodotte in Italia nel 2008 nei cinque stabilimenti italiani: 635.000. Automobili prodotte in Polonia: 460.000. E allora, mi chiedo, perché lo Stato dovrebbe fornire aiuti a un’impresa in cui il grosso della produzione viene prodotto all’estero? Torino è in ogni caso fanalino di coda: ad esempio, nell’anno 2007, nello stabilimento torinese, sono state prodotte appena 220.000 vetture, contro le 874.000 prodotte negli altri stabilimenti italiani e ben 654.000 negli altri stabilimenti nel mondo.
Vorrei approfittare dell’occasione per dare il «ben svegliati» ai sindacati che hanno impiegato oltre 15 anni per accorgersi che le auto del gruppo non sono più fabbricate a Torino o in Italia, e che adesso hanno la faccia tosta di parlare di suicidio industriale. Lo so che i soliti sapientoni adesso diranno «aiuti sì, ma subordinati al fatto che la produzione resti in Italia», ma questo non è già avvenuto nel 2005, quando Comune e Regione elargirono 70 milioni di euro per acquisire aree dismesse del gruppo, in cambio di occupazione? E i risultati sono questi? Mah...
Concludo con una mia personale convinzione: il governo attuale non farà nulla per l’auto, perché, a Roma, chi comanda è la lobby lombardo-veneta. I piemontesi al governo contano come il due di picche.
PAOLO CENA, SAN MAURO TORINESE



Avrebbe potuto a mio parere pubblicare la stessa lettera senza il pistolotto iniziale su «pubblicate o non pubblicate». Non penserà davvero che la Fiat venga a mettere il naso anche in questa posta, per decidere su ogni lettera che dentro abbia il termine «Fiat»? Riconosceteci una vita (redazionale) un pochino pochino più sofisticata, please!
Detto questo, sono d’accordo con lei: gli aiuti alla Fiat non sono ben visti al Nord. La Lega si è sempre schierata contro, guardando agli aiuti di Stato per le auto come una diminuzione (quasi) automatica di risorse per la piccola industria. Ma le cose cambiano: la questione non mi pare sia l’auto, ormai, ma l’entità della crisi. E con la crisi l’entità dell’indotto, che a buon merito può annoverarsi tra le piccole aziende. Stavolta il tema pare più ampio: persino gli Usa si sono accomodati ad affrontarlo! In ogni caso, sarà alla fine la misura europea a decidere anche per l’Italia.