Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 24 Sabato calendario

LA SIGNORA DELLA CELLULOIDE


Una carriera nel cinema è il sogno di tante ragazze fin da piccole. Difficile resistere al fascino del grande schermo e così è stato anche per Federica Lucisano. Unico particolare, Federica non stava davanti all’obiettivo della macchina da presa, ma dietro. Lucisano infatti è amministratore delegato di Italian International Film, fondata nel 1958 dal padre Fulvio presidente del gruppo che quest’anno compie 50 anni di attività nella produzione e distribuzione di film italiani e stranieri. Nel suo palmares annovera oltre 500 pellicole, quattro nastri d’argento, due David di Donatello, due nomination agli Oscar.

I ricordi di Federica sono legati fin da piccola al mondo del cinema. «La casa era un via vai di registi, attori, sceneggiatori e poi, per le feste a Natale o Capodanno, si finiva per andare dal grande amico di papà: Alberto Sordi». Con queste frequentazioni Lucisano non ha mai avuto dubbi su quello che avrebbe fatto da grande. Dopo il liceo linguistico ha fatto il suo primo lavoro come segretaria di produzione per l’Otello di Franco Zeffirelli, l’anno successivo invece era al fianco di Damiano Damiani per L’inchiesta. Dopo i primi due film Lucisano si è iscritta a economia e commercio a Roma laureandosi con 110 e lode e discutendo una tesi sulla gestione d’impresa. «Gli studi che ho fatto mi sono stati indispensabili per passare da una gestione artigianale del dopoguerra a una impostazione più aziendale».

Infatti rispetto a 50 anni fa il mercato è molto cambiato. «Quando mio padre ha iniziato a lavorare erano poche le sale, la gente andava al cinema e vedeva quello che c’era in programma, una cosa che oggi sarebbe inconcepibile», spiega Lucisano. «Per questo è fondamentale pensare al cinema non solo come un’ora e mezza di visione di una pellicola, ma come un’esperienza a 360 gradi. Non c’è solo il film, dobbiamo considerare che la struttura sia facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici o con l’automobile, in questo caso ci devono essere ampi parcheggi che non facciano perdere tempo alle persone. Una volta arrivati al cinema dobbiamo garantire i servizi di intrattenimento, come la ristorazione e nelle strutture più spaziose fuori dai centri urbani anche bar e locali per rimanere dopo il film».

La IIF nel tempo si è diversificata e oggi opera su diversi fronti avendo acquisito le competenze per operare in tutti i segmenti del mercato dei diritti, dal cinema all’home-video, fino al noleggio e vendita con il proprio marchio IIF-Homevideo, inoltre si occupa di produzione televisiva e internet.

La società opera anche nel settore delle strutture cinematografiche ed è proprietaria del multisala Andromeda a Roma che conta su 6 schermi e grazie all’acquisizione del gruppo Stella Film, si è ulteriormente consolidata la presenza nella gestione delle sale del centro-sud Italia.

Se è vero che non si può trascurare il contesto in cui far sorgere un cinema è anche vero che la sceneggiatura rimane la cosa più importante per decidere se produrre e distribuire una pellicola. «Per me scegliere un film è sempre un momento speciale», spiega l’a.d. di IIF. «Quando ho per le mani un bel prodotto lo capisco subito, è come innamorarsi, una questione chimica, senti qualcosa che ti colpisce alla pancia. Se avverto queste sensazioni fin dalle prime righe della sceneggiatura non ho dubbi, se invece non percepisco queste emozioni è più difficile, devo fare delle valutazioni più scientifiche. Di tutte le proposte che vedo meno del 10% finisce nelle sale». La produzione di cui va più orgogliosa è Notte prima degli esami di Fausto Brizzi che ha ottenuto il premio come miglior opera prima e undici nomination ai David di Donatello.

Il successo del film è stato è tale che l’anno successivo il regista ha girato Notte prima degli esami-oggi. «Ottenere questo consenso da parte del pubblico e della critica mi ha dato molta soddisfazione, anche perché credo che questo film abbia parlato al pubblico con sincerità mettendo insieme due target diversi: quello dai 30 ai 40 anni e i più giovani sotto ai 20 anni e questo è un buon segno per l’industria del cinema italiano. Da Gomorra fino ai cinepanettoni le produzioni cinematografiche hanno tutte la stessa dignità perché dietro c’è il lavoro e l’impegno di tante persone che amano questo mestiere. Io non credo che esistano film di serie A e di serie B, l’unico tifo che faccio è quello per la Roma».