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 2009  gennaio 24 Sabato calendario

I SETTE NODI DEL LINGOTTO


Presentando il bilancio 2008 di Fiat giovedi’ 22 gennaio, l’a.d. del Lingotto, Sergio Marchionne, ha spiegato che il 2009 sara’ l’anno piu’ difficile nella storia della casa automobilistica torinese. MF-Milano Finanza, con l’aiuto degli esperti del settore, ha analizzato i sette nodi principali con i quali e’ alle prese il manager italo-canadese per traghettare il gruppo fuori dalla crisi dell’auto. Per quanto riguarda il bilancio 2008 e le previsioni per il 2009, a pesare sui conti sono stati soprattutto i risultati dell’ultimo trimestre, anche se a preoccupare gli analisti e’ soprattutto l’aumento dell’indebitamento netto industriale a 5,9 miliardi. Il secondo nodo e’ rappresentato dall’accordo con Chrysler mentre la terza questione verte sul futuro assetto di controllo di un eventuale gruppo derivante dall’aggregazione tra Fiat e Peugeot-Citroen. C’e’ poi da valutare gli incentivi che potrebbero essere varati in Italia, con l’ipotesi estrema che lo Stato entri nel capitale della Fiat. Il timore, neanche tanto velato, e’ che se gli aiuti non dovessero arrivare, le ricadute maggiori sarebbero sull’occupazione, in particolare negli stabilimenti di Termini Imerese e Pomigliano d’Arco. Il quinto nodo si puo’ esplicare nella domanda su quanta nuova finanza e quanto capitale proprio servirebbero alla Fiat per avere piu’ probabilita’ di superare la crisi. Solo Marchionne e i suoi piu’ stretti collaboratori sono in grado di rispondere a questo quesito, perche’ bisognerebbe conoscere l’impatto di due variabili di mercato difficili da valutare per chi non e’ ai vertici dell’azienda. Il sesto nodo verte sulle radici del crollo del titolo perche’ indebitamento e liquidita’ sono i principali problemi sottolineati dagli analisti per spiegare l’andamento delle azioni. Infine c’e’ l’atteggiamento delle banche nei confronti delle esigenze finanziarie del gruppo Fiat. Sostanzialmente di imbarazzo, perche’ in un momento come questo, in cui le risorse finanziarie sono assai scarse, concedere 5 miliardi alla Fiat significa lasciare a secco centinaia di altre aziende.