Enrico Franceschini, la Repubblica 27/1/2009, 27 gennaio 2009
Anche i prodotti di lusso, la nicchia che sembrava al sicuro dalla recessione globale, entrano in crisi
Anche i prodotti di lusso, la nicchia che sembrava al sicuro dalla recessione globale, entrano in crisi. La Burberry, uno dei brand più noti dell´industria dell´abbigliamento britannica, è diventata la prima grande azienda del settore a ridurre la propria forza lavoro: è il segno che la contrazione dell´economia mondiale sta raggiungendo anche le compagnie che vendono alle classi più ricche. Nel tentativo di fare fronte «alle attuali difficoltà», ha detto l´amministratore delegato della ditta Angela Ahrendts, la Burberry ha deciso di licenziare 540 dipendenti, pari a circa il 9 per cento dei suoi impiegati, e di chiudere uno dei due rimanenti stabilimenti che ha nel Regno Unito. L´azienda conta di risparmiare qualcosa come 35 milioni di sterline l´anno con questi tagli, che si faranno sentire sia in Gran Bretagna che in Spagna. La riduzione degli organici è stata varata nonostante un fatturato migliore del previsto, con una crescita delle vendite, favorita da sconti, saldi e dal declino della sterlina, che attira turisti stranieri per lo shopping in Inghilterra. Nell´ultimo trimestre 2008, le vendite sono aumentate del 30 per cento nel Regno Unito e del 10 in Asia, dove la Burberry è presente con i suoi negozi in quindici paesi. Gli analisti del settore predicono riduzioni del personale analoghe anche in altre marche di lusso, anche se per ora con licenziamenti soltanto di lavoratori part-time, già varati per esempio da Cartier, Chanel, Prada e Tiffany. Enrico Franceschini