Vladimiro Polchi, la Repubblica 27/1/2009, 27 gennaio 2009
ROMA - Il più grande è vicino Roma, a Castelnuovo di Porto: l´ex sede della protezione civile ospita 600 immigrati
ROMA - Il più grande è vicino Roma, a Castelnuovo di Porto: l´ex sede della protezione civile ospita 600 immigrati. Il più piccolo in provincia di Trapani: un residence per 20 irregolari. Sono oltre 40 i centri d´emergenza - tra cui quello di Marina di Massa - che il Viminale ha aperto per far fronte al boom degli sbarchi. Vanno ad affiancarsi ai 26 centri governativi stabili, per un totale di 10mila immigrati ospitati e un costo superiore ai 140 milioni di euro l´anno. Il centro d´identificazione e espulsione (Cie) di Lampedusa andrà ora a rinforzare la rete anti-clandestini italiana: 10 Cie, 6 centri per richiedenti asilo, 10 centri d´accoglienza. I Cie sono stati aperti dalla legge Turco-Napolitano del �98, col nome di Cpt, e ribattezzati dal decreto legge 92/2008. Come funzionano? Servono al "trattenimento"(per un massimo di 60 giorni), convalidato dal giudice di pace, degli irregolari destinati all´espulsione. Peccato che per espellere un immigrato serve la collaborazione del Paese d´origine. Impresa non facile, visto che mancano accordi di riammissione coi maggiori responsabili dei flussi migratori: Tunisia, Somalia, Eritrea, Nigeria, Ghana. Non solo. In questi anni, i centri sono stati più volte presi di mira dalle organizzazioni internazionali, come Medici senza Frontiere e Commissione De Mistura (Onu). Le accuse? Edifici inadeguati, contatti insufficienti col Servizio sanitario nazionale, assistenza legale e psicologica inadeguata, eccessi negli interventi delle forze dell´ordine. Nel frattempo, resta sulla carta l´apertura di 10 nuovi Cie approvata con decreto legge il 23 settembre scorso e più volte annunciata dal ministro Maroni. Diverse Regioni nei mesi scorsi hanno infatti espresso parere contrario all´accoglienza di nuovi centri sul proprio territorio (come Toscana, Sardegna, Liguria e Umbria). Per far fronte all´ondata di sbarchi, il ministero dell´Interno ha dovuto rinnovare per tutto il 2009 lo stato d´emergenza e ha aperto in giro per l´Italia oltre 40 centri provvisori per l´accoglienza dei profughi. Dove? In alberghi, edifici pubblici e sedi della protezione civile. Il loro costo? Circa 50 euro a ospite. A gestirli sono associazioni nazionali e locali (tra cui, Croce rossa e Misericordie). In questi centri, gli immigrati sono liberi di entrare e uscire durante il giorno. Per aprirli, il Viminale ha dovuto attingere al solito capitolo di bilancio di 139 milioni di euro: insufficienti, con conseguente indebitamento del ministero.