La Stampa 27/1/2009, 27 gennaio 2009
Per il mondo è la peggior crisi in sessant’anni. Per l’Italia anche: tre anni di seguito di prodotto lordo in calo, 2008, 2009 e, sia pure di poco, anche il 2010
Per il mondo è la peggior crisi in sessant’anni. Per l’Italia anche: tre anni di seguito di prodotto lordo in calo, 2008, 2009 e, sia pure di poco, anche il 2010. Le previsioni economiche aggiornate del Fondo monetario internazionale sono ancora più brutte di quanto era trapelato nei giorni scorsi; e già è un segno dei tempi che vengano riviste di continuo, mentre di solito uscivano due volte l’anno. Per l’intero pianeta ora viene prevista quest’anno una crescita dello 0,5%; considerando che la popolazione aumenta di circa l’1,15% all’anno, a testa il prodotto lordo risulterà in calo netto. Tutti i Paesi ricchi andranno in negativo nel 2009: -1,6% gli Stati Uniti, -2,6% il Giappone, -2% l’area euro. Nel nostro continente la ripresa dovrebbe manifestarsi solo nell’ultima parte del 2010; cosicché in Italia, mentre per quest’anno la previsione del Fondo si discosta poco, con -2,1%, dal -2% di Banca d’Italia e Commissione europea, per il 2010 è peggiore, -0,1%. E’ passato giusto un anno da quando il direttore generale del Fmi, il francese Dominique Strauss-Kahn, al World Economic Forum di Davos invitò i governi a energiche misure anti-crisi, specie negli Stati con bilanci pubblici in ordine; fu reputata dai più un’esagerazione, legata a vecchie idee della sinistra (proviene dal partito socialista) o agli interessi del governo di Parigi. Fu definita allarmistica, allora, la stima Fmi di 1000 miliardi di dollari di perdite nelle banche mondiali; al momento c’è chi teme siano il triplo. Nella nuova edizione del suo World Economic Outlook, il Fmi approva il nuovo pacchetto di rilancio della Germania, deciso dopo mesi in cui Berlino ne negava la necessità; giudica ben fatto che il deficit pubblico venga espanso adesso oltre i limiti di Maastricht, e invece negli anni successivi legato a regole ancora più severe. Ai Paesi con bilanci non in ordine, come l’Italia, il Fmi invece consiglia di «concentrare i propri sforzi sul sostegno diretto ai settori più critici». Per evitare che i mercati reagiscano male ai crescenti deficit è bene che «i governi chiariscano la propria strategia per garantire la sostenibilità nel lungo periodo». /