Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 22 Giovedì calendario

250 MILIONI PER IL NEW YORK TIMES


Il magnate-impresario messicano Carlos Slim ha messo le mani sul quotidiano Usa The New York Times. Slim ha infatti sborsato circa 250 milioni di dollari per sostenere il prestigioso giornale statunitense che tira attualmente circa un milione di copie al giorno ed è il terzo più venduto del paese. Il New York Times è molto ascoltato anche all’estero. La tranche di duecentocinquanta milioni di dollari servirà a coprire la grave crisi accusata dal quotidiano, che presenta uno scoperto quest’anno pari a 400 milioni di dollari.
Con il suo ingresso, il magnate Carlos Slim diventa il secondo azionista del quotidiano dietro la storica famiglia Ochs-Sulzberger che da più di cent’anni è la proprietaria dell’impresa che gestisce il New York Times. Carlos Slim Helù concentra già nelle sue mani un enorme potere comunicativo, poiché è padrone di tre importanti catene latinoamericane: la Telmex, la Telcel, la America Movil. Controlla circa il 73% del traffico di telefonia mobile con oltre 100 milioni di utenti in tutto il continente. Il suo giro di affari ne fa uno degli uomini più ricchi al mondo, con un patrimonio stimato pari a 67,8 miliardi di dollari. La rivista Forbes lo posiziona al secondo posto della classifica mondiale dei più ricchi e da questo prestigioso scranno minaccia lo strapotere del titolare della Microsft, Bill Gates.
Il New York Times - con questa iniezione di soldi - ha così potuto evitare la bancarotta non seguendo lo stesso destino di altri quotidiani che non hanno potuto invece evitare il fallimento. Il mese scorso, ad esempio, il proprietario del quotidiano Chicago Tribune e del Los Angeles Times si è dichiarato in bancarotta per non poter fare fronte al pagamento di 13 miliardi di dollari. Causa di questi disastri sono la caduta contemporanea della pubblicità e l’acuirsi della crisi finanziaria statunitense.