Giuseppe Turani, Corriere della Sera 25/1/2009, 25 gennaio 2009
Il maggiore shock della settimana appena finita non è stata l´ennesima forte perdita degli indici borsistici, i 25mila licenziamenti in Bmw o anche in aziende simbolo come Google o Microsoft oppure i mega bonus pagati alla chetichella il 30 dicembre da Merrill Lynch, ma uno studio di Jp Morgan sulla perdita di valore dei colossi bancari nel mondo
Il maggiore shock della settimana appena finita non è stata l´ennesima forte perdita degli indici borsistici, i 25mila licenziamenti in Bmw o anche in aziende simbolo come Google o Microsoft oppure i mega bonus pagati alla chetichella il 30 dicembre da Merrill Lynch, ma uno studio di Jp Morgan sulla perdita di valore dei colossi bancari nel mondo. Pensare che il valore di Citicorp possa essere passato in pochi mesi da 255 miliardi di dollari a 19 o Royal Bank of Scotland da 120 miliardi a meno di 5 fa veramente molto effetto. E fa pensare al fatto che non solo gli azionisti di tali banche sono diventati immensamente più poveri, ma probabilmente tutti noi. I vari fondi sovrani e sceicchi, che nei mesi scorsi sono entrati nel capitale delle maggiori banche mondiali pensando di fare dei buoni affari e di essere un po´ i salvatori di questo scassato mondo occidentale, onestamente non fanno molta pena. Il fatto che quelli che per decenni erano stati i santuari della ricchezza siano ridotti a così poco non può non generare un grande shock. Se si avessero ancora dei dubbi basterebbe pensare a Ubs, che da numero uno del private banking mondiale, cioè da banca dei super ricchi, oggi al netto degli aiuti del governo elvetico ha un valore irrisorio.