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 2009  gennaio 22 Giovedì calendario

L’OROLOGIO GIOCA D’ANTICIPO


Dal Salone internazionale dell’alta orologeria (Sihh) in corso a Ginevra fino a domani in molti si aspettano indicazioni preziose sull’andamento dell’industria degli orologi e del comparto del lusso, considerando che gli effetti della recessione internazionale cominciano a farsi sentire.
Sino ad ottobre il settore ha in sostanza continuato la buona marcia degli ultimi anni. Ma a novembre i dati della Fédération de l’industrie horlogère suisse (Fh) sull’export hanno mostrato il segno negativo, per la prima volta da tre anni e mezzo. I dati della Fh sono un termometro interessante, perché l’industria elvetica degli orologi rappresenta il 50-60% del fatturato mondiale del settore ed esporta oltre il 90% dei suoi prodotti. Non tutti questi prodotti sono di gamma alta, ma buona parte sì.
Nello scorso mese di novembre l’export elvetico si è fermato a 1,5 miliardi di franchi (circa 1 miliardo di euro), con un calo del 15% in rapporto ad un anno prima. «La situazione non è certo catastrofica» spiega Jean-Daniel Pasche, presidente della Fh, ricordando che con 15,7 miliardi di franchi (+8%), cumulati tra gennaio e novembre 2008, l’export di orologi ha comunque già raggiunto il record registrato nell’intero 2007. «C’è una crisi economica globale’ aggiunge Pasche – e ancora non si può dire che durata e che estensione avrà».
«La crisi c’è, è mondiale ed ha riflessi inevitabili per molti sulle vendite – conferma Luigi Macaluso, azionista e presidente di Girard-Perregaux – ma non è la crisi di questo settore, è importante sottolinearlo. Il settore è dinamico, registra ancora investimenti».
Il Sihh, giunto alla 19esima edizione, è dedicato come indica il nome alla gamma alta ed ospita i molti marchi del colosso del lusso Richemont (Cartier, Iwc, Vacheron Constantin, Panerai ed altri ancora), e poi Audemars Piguet, Girard-Perregaux e il marchio fratello JeanRichard, Parmigiani Fleurier. Nuovo espositore è quest’anno Ralph Lauren Watch and Jewelry, joint venture tra Richemont e Polo Ralph Lauren (si veda l’articolo a fianco).
Da sempre, il Sihh fa in certo senso da contro canto a Baselworld, il salone mondiale di orologi e gioielli che si tiene a Basilea tra marzo ed aprile. L’anticipo del Sihh a gennaio, deciso quest’anno, ha sorpreso molti. «Ma è stata una questione di calendario – ha spiegato Fabienne Lupo, direttrice della Fondation de Haute Horlogerie, che organizza il Salone – visto che le festività pasquali e la concomitanza di altre manifestazioni non ci permettevano di fare altro. Avremo lo stesso problema nel 2010, poi si vedrà. Comunque, garantiremo sempre l’esclusività della nostra manifestazione».
Tra gli analisti del settore per la verità c’è chi ha visto la mossa anche come un tentativo di smarcarsi da scadenze annuali diventate per alcuni troppo usuali. E chi ha sottolineato le difficoltà che compratori del settore potrebbero avere nell’organizzare due diversi viaggi in Svizzera, considerando anche i budget più ristretti delle aziende. Al di là delle date, questa edizione del Sihh è più sobria di altre, ma interessante. Sulla scena resta la valutazione del contesto generale e delle capacità di resistenza da parte dell’alta gamma e del lusso. Secondo un’analisi recente della banca elvetica Vontobel, nel 2009 i maggiori gruppi mondiali del lusso, includendo anche quelli che producono soprattutto orologi, dovrebbero registrare una contrazione dei fatturati tra il 5% ed il 10%. Il margine operativo medio nel comparto del lusso dovrebbe scendere al 18,6%, contro il 19,9% del 2008. Se così fosse, la crisi farebbe sentire il suo peso, ma non in modo drammatico, come alcuni esperti temono. La verifica arriverà nei prossimi mesi.
«Non credo si possano fare previsioni, sarà un 2009 abbastanza confuso – conclude Macaluso – In cui si spera vi possa essere qualche segnale di ripresa dagli Usa, che sono entrati prima nella crisi e che forse prima potrebbero uscirne. Anche il 2010 è difficile da definire. Mi sembra comunque che il settore nel complesso resista e stia reagendo. Occorre migliorare ancor più i prodotti, il marketing, la distribuzione. E, al di là di tutto, eventi come il Sihh servono anche per avere scambi di idee, per capire meglio come procedere, anche in tempi difficili».