Beda Romano, Il sole 24 ore 22/1/2009, 22 gennaio 2009
IL PIL TEDESCO SCENDERA’ DEL 2,25% NEL 2009
L’economia tedesca è debolissima, schiacciata da un forte rallentamento del commercio mondiale, tanto che il 2009 rischia di essere l’anno peggiore nella storia della Repubblica federale. Il Governo ieri si è voluto mostrare ottimista, prevedendo i primi segnali di ripresa nel secondo semestre, anche se la fragilità del settore bancario rimane una evidente minaccia.
Le stime ufficiali del rapporto annuale del ministero dell’Economia pubblicato ieri parlano di una contrazione dell’attività economica del 2,25% nel 2009, dopo una crescita dell’1,3% nel 2008. L’export potrebbe scendere dell’8,9%, gli investimenti dell’11,9. Il tasso di disoccupazione potrebbe salire dal 7,8 all’8,4%, con 500mila disoccupati in più.
Se l’economia reale dovesse confermare la previsione del Governo, la recessione del 2009 sarebbe la peggiore dal 1949. dovuta a un Paese tutto proiettato alle esportazioni e che soffre del rallentamento del commercio mondiale. Finora il dato più negativo registrato in Germania era stato messo a segno nel 1975 quando l’economia subì una contrazione dello 0,9 per cento.
Tra qualche giorno dovrebbero essere pubblicati i dati sul quarto trimestre del 2008. L’Ufficio federale di statistica ha già detto che il calo del Pil su base trimestrale potrebbe essere tra l’1,5 e il 2,0 per cento. Anche il primo trimestre del 2009 dovrebbe essere negativo. Ma a sorpresa il rapporto del Governo prevede una prima ripresa già nella seconda parte dell’anno.
«Abbiamo sterzato decisamente per evitare una caduta in una recessione lunga e profonda», ha detto durante una conferenza stampa a Berlino il ministro dell’Economia Michael Glos. L’esponente politico si è così riferito all’allentamento della politica monetaria e alle misure economiche decise dal Governo tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, pari a circa 80 miliardi di euro.
Molti osservatori sostengono però che gli aiuti all’economia rischiano di avere un impatto positivo solo verso la fine dell’anno. Altri spiegano che le misure favoriranno soprattutto le imprese, meno le famiglie. Da più parti alla Germania si rimprovera di appoggiarsi sulla domanda interna degli altri Paesi, senza fare abbastanza per stimolare i consumi domestici.
La frenata del commercio mondiale ha avuto effetti immediati o quasi sull’economia tedesca. Un posto di lavoro su quattro dipende dalle esportazioni che rappresentano oltre il 40% del Pil. Ciò detto, Anton Börner, presidente dell’associazione degli esportatori Bga, ha affermato ieri che le previsioni del Governo su questo versante potrebbero essere troppo pessimistiche.
Sul fronte finanziario, sempre Glos ha messo l’accento sul crescente divario tra i rendimenti obbligazionari nella zona euro: « sorprendente e al tempo stesso preoccupante che alcuni Paesi debbano pagare molto di più per le loro obbligazioni». Il commento è giunto mentre Spagna, Grecia e Irlanda sono al centro di voci sempre più allarmate sul futuro del loro deficit.
Infine, il ministro ha respinto l’idea di una "bad bank", vale a dire di un istituto di credito statale incaricato di acquistare titoli obbligazionari di cattiva qualità pur di aiutare il bilancio delle banche: «Il problema è loro ed è meglio che lo risolvano loro». La stessa Bundesbank ha smentito la notizia secondo la quale starebbe lavorando su un progetto concreto.
Questa settimana Der Spiegel rivelava che secondo una relazione del BaFin le prime venti banche tedesche avrebbero tutt’ora in portafoglio titoli di cattiva qualità per quasi 300 miliardi di euro. Nel complesso il sistema bancario avrebbe in bilancio obbligazioni a rischio per mille miliardi. Se così fosse prevedere una ripresa nella seconda metà del 2009 potrebbe essere troppo ottimistico.