Note: [1] Aldo Grasso, Corriere della Sera 20/1; [2] Luca Mastrantonio, Il Riformista 21/1; [3] Leandro Palestini, la Repubblica 20/1; [4] Renato Franco Maria Volpe, Corriere della Sera 20/1; [5] Marco Molendini, Il Messaggero 20/1; [6] Renato Franco Corr, 24 gennaio 2009
APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 26 GENNAIO 2009
«Svanito il trasferimento di Kaká al Manchester City, quello di Fiorello a Sky potrebbe essere la notizia dell’anno», ha scritto Aldo Grasso sul Corriere della Sera. [1] Un anonimo esperto di audiovisivi con vari trascorsi aziendali ha spiegato al Riformista che se c’è un calciomercato vero e un mercato dei diritti calcistici, ora si apre anche un nuovo mercato dei prodotti televisivi: «Prima, c’era il Milan A che giocava contro il Milan B. C’erano Rai e Mediaset, che si pareggiavano. Ora potrebbe non essere più così. Perché l’ingaggio eventuale di Fiorello, anche solo l’ipotesi che ci sia una nuova squadra in cui giocare, riscrive le regole del gioco. Anzi, rimette in moto un gioco che si era fermato». [2]
La notizia del clamoroso trasferimento è stata annunciata la settimana scorsa da Dagospia, ma già da tempo Sky corteggiava «lo showman più amato d’Italia, l’erede di Walter Chiari, il cavallo di razza dell’intrattenimento televisivo made in Italy» (Leandro Palestini) [3]: cominciò con l’invitarlo agli Sky Awards all’Auditorium di Roma, lui intrattenne il pubblico e i manager per oltre un’ora con un’esibizione che non è passata inosservata. [4] Marco Molendini: «Tanto per capire l’appeal di Fiorello, le sue incursioni su Sky vantano il primato assoluto di ascolti delle reti di Raisat (con il picco di 280 mila ascoltatori medi e 640 mila contatti), mentre il pubblico di Sky ha votato le sue prove su Raisat Extra come il miglior programma della piattaforma». [5]
Il nuovo spettacolo dello showman dovrebbe partire a fine marzo in un apposito Palatenda da 2.500 persone allestito in Piazzale Clodio a Roma: in scena tre giorni a settimana per circa due mesi e mezzo, dal primo aprile dovrebbe essere trasmesso su Sky in orario di primetime. [6] Giuliano Balestreri: «Quella di Fiorello è un’operazione che – se gestita abilmente ”potrebbe spostare gli equilibri dell’audience televisiva. L’ex re del Karaoke si porta in dote un ascolto medio vicino ai 10 milioni di telespettatori che si traducono in un share non lontano dal 30 per cento. Certo la platea di Sky non arriva ancora a 5 milioni di utenti (gli abbonati sono circa 4,7 milioni), ma la domenica, con il posticipo di Serie A, la piattaforma satellitare gioca già un ruolo di tutto rispetto: lo scorso 28 settembre il derby Milan Inter (vinto dai rossoneri con gol di Ronaldihno) ha tenuto incollati allo schermo 3.617.603 telespettatori, con uno share del 14,2 per cento. Un record per il satellite». [7]
Murdoch è riuscito in un’impresa su cui nessuno avrebbe scommesso: prendere due società andate a male, Tele+ e Stream, e rilanciarle alla grande. [2] Sky Italia si presentò sul mercato a settembre 2003. All’epoca la Rai era attestata sul 43,01% d’ascolto contro il 44,29% di Mediaset, il 2,43% de La7, il 2,33 di Sky. A fine 2008 la Rai contava sul 41,86%, Mediaset sul 40,01%, Sky sul 9.27%. Il trend cresce ancora: domenica 18 gennaio Sky ha registrato il record nelle 24 ore: l’11.18%, merito in gran parte del calcio ma anche dell’offerta generale. Paolo Conti: «La crescita degli ascolti allarma Mediaset e Rai perché, su base annua, ogni punto di share guadagnato o perduto ”vale” sul mercato circa 50 milioni di euro di raccolta». [8]
Nel 2007 la raccolta pubblicitaria è stata così suddivisa: 2,88 miliardi di euro a Mediaset (62,6%), 1,37 miliardi alla Rai (29,8%), 210 milioni a Sky (4,6%). Conti: «Per Sky gli introiti pubblicitari contano appena per il 7% rispetto al fatturato complessivo, il resto proviene tutto dagli abbonamenti. Cosa ben diversa per Mediaset (80% del fatturato) e Rai (40%, il resto arriva dal canone e dagli accordi con le istituzioni)». [8] Balestreri: «In un momento delicato come quello attuale, con il calo degli investimenti pubblicitari anche in televisione (-0,7% nel periodo gennaio-novembre 2008), un personaggio come Fiorello rischia di trasformarsi in un vero ciclone soprattutto per le televisioni generaliste». [7]
Siamo all’avvio dell’assalto finale e non è un caso se il detonatore è il pezzo migliore targato Rai. Antonio Dipollina: «Servirebbe una reazione forte, ma bisognerebbe anche trovare qualcuno a cui chiederla. Mesi fa Pippo Baudo credette di fare un dispetto alla pay-tv ironizzando sui ”canali da diecimila spettatori” e dicendo: ”A quel punto meglio affittare un teatro”. Purtroppo era pura miopia rispetto a quanto stava accadendo davvero, più o meno valeva come accusare i produttori di tonno in scatola di scegliere gli ipermercati. Dove la gente si affolla non certo per il tonno, ma perché c’è anche tutto il resto. Pagando, s’intende». [9]
Non essendoci un contratto con la Rai, non c’è neanche un addio alla Rai, ha spiegato Fiorello che insieme al sodale Marco Baldini ha lasciato anche il radiofonico Viva Radio2. [10] Sergio Valzania, direttore di RadioDue: «Fiorello ha bisogno di nuovi orizzonti. E la Rai è oggi un’azienda paralizzata, ci sono difficoltà di dialogo con i vertici, un artista non sa neppure con chi parlare. Non so se Fiore si sia risentito del fatto che Bonolis abbia preso il suo spazio (alle 13.20), ma ci siamo fatti gli auguri a Natale, forse un giorno ci ritroveremo». [3] Baldini: «Dipendesse da me, preferirei lavorare a Mediaset o a Sky anziché alla Rai, che non si è comportata bene né con Fiore né con me». [11]
Che Fiorello avesse le scatole piene dell’ingessatura del sistema televisivo italiano e soprattutto di come veniva trattato in Rai, era parso ben chiaro lo scorso settembre. Marinella Venegoni: «Arrivato a Lampedusa per un irresistibile show al festival O’Scià di Claudio Baglioni, mr. Codino si era sfogato contro lo status quo della tv imperante, con un’irruenza e un’amarezza raramente mostrate in passato: ”Ormai in tv guardo solo il calcio - aveva detto -. Ho il decoder pure nel bagno. Altro non si può guardare: se tornasse anche Rischiatutto, saremmo al punto di cinquant’anni fa. Ci vorrebbe una legge, che dicesse che la formula di un programma non si può ripetere per più di tre volte». [12]
Oltre al suo spettacolo personale, Fiorello potrebbe contribuire all’affermazione di Sky con blitz su vari canali, realizzando una fiction o anche un film, visto che Murdoch è pure un tycoon cinematografico. Molendini: «Un modo per reinventare la sua carriera e sottrarsi definitivamente alle lusinghe generaliste. D’altra parte da tempo ha scelto di sottrarsi a quella stretta, traendone sicuri benefici sia in popolarità che in durata del successo. Dal 2004 si rifiuta di condurre uno show classico di primetime». [5] Aldo Grasso: «Si aprirebbe per lui un’occasione unica: sarebbe il primo showman italiano a simbolizzare il volto non di una rete ma di una piattaforma». [1]
Rai e Mediaset, che da sempre snobbano il presunto terzo polo Sky, farebbero bene a preoccuparsi. Dipollina: «Dalle parti della pay-tv hanno capito che il loro intrattenimento dev’essere di livello pari al prezzo e non, come successo finora, il tentativo di mettersi in scia alle reti generaliste». [10] Impensierito dal dinamismo di Murdoch, Berlusconi rivede nel magnate australiano il se stesso di trent’anni fa. Aldo Cazzullo: «Il Berlusconi giovane che porta via alla tv di Stato Mike Bongiorno e la Carrà, la Bonaccorti e persino Pippo Baudo. Un conto – ragiona il premier – è se Sky compra il calcio, i telefilm, i film; un altro è se si mette a fare concorrenza alla tv generalista, al punto da sottrarle i volti più popolari». [13]
Se il Fiorello di Sky fosse a tempo pieno, entreremmo nella terza era della televisione. Massimo Gramellini: «La seconda cominciò con l’ingaggio di Mike Bongiorno da parte di Berlusconi». [14] Bongiorno: «Quando io anni fa lasciai la Rai per passare a Mediaset non avevo nessuna certezza, quella era una realtà del tutto nuova e non si pagava. Qui è diverso, gli abbonati pagano. E tra l’altro Sky è arrivata a un punto in cui potrebbe cominciare a produrre in proprio. E gli speciali per Fiorello sarebbero un’ottima occasione per cominciare». [15] L’esperto anonimo: «Anche su Berlusconi molti avevano dei dubbi, che potesse farcela, lo prendevano per matto. Ma lui ebbe la grande intuizione di farci vedere sulle reti private quello che la gente si aspettava di vedere sulla Rai: colori, suoni, erotismo… era l’America. Ora l’America è su Sky». [2]
Nel caso di Bongiorno, la rivoluzione fu anche nei contratti: iniziarono a girare cifre altissime, per tutti. Dobbiamo aspettarci un nuovo effetto domino? L’anonimo: «La risposta tipica del management di Mediaset a qualsiasi richiesta di aumento è che uno può sempre mettersi sul mercato, se non è contento in azienda. Ma, finora, non c’era mercato. E quindi non ci si poteva mettere sul mercato. Con il duopolio hanno calmierato i costi dell’azienda Mediaset che ha preso ad assomigliare alla Rai più di quanto la Rai non abbia preso ad assomigliare a Mediaset». Con l’avvento di Sky «nel mondo Mediaset molti big chiederanno qualcosa di più. Facciamo due nomi: Gerry Scotti e Maria De Filippi. Potrebbero chiedere di prendere una percentuale sulla pubblicità, come ha fatto Oprah Winfrey. Immagino che Mediaset metta in conto di rilanciare, ma certo trattenere le proprie stelle costerà di più». [2]
Invitato giovedì a palazzo Grazioli da Berlusconi, Fiorello s’è sentito domandare: «Passi al nemico?». Francesco Bei: «’Il nemico”. così che il Cavaliere considera Rupert Murdoch. ”Nemico” commerciale e ormai anche ”nemico” politico, dopo l’offensiva di Sky contro la decisione del governo di raddoppiare l’Iva alle tv a pagamento». Nell’ultimo anno c’è stata un’escalation di offensive e reazioni: Mediaset ha potenziato la sua offerta Premium, portando via a Sky i preziosi film della Warner e della Universal, quindi ha lanciato, insieme a Rai e Telecom, ”Tivù”, piattaforma congiunta (gratuita) che da giugno porterà l’offerta del digitale terrestre sul satellite, mossa che potrebbe portare alla fuoriuscita dei canali generalisti dal bouquet Sky. [16] Non è una mossa da poco: come ricordato la settimana scorsa da Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, quattro abbonati Sky su dieci usano il satellite per vedere la tv generalista. [17]
Con Fiorello a Sky, si dice, bisognerà pagare anche per l’ultimo brandello di qualità televisiva. Gramellini: «In video e su carta ci aspetta un futuro così suddiviso. Da una parte il pianeta del gratuito, abitato da informazione scandalistica, reality guardoni e varietà rutto-dipendenti, per la delizia dei pochi inserzionisti pubblicitari sopravvissuti alla crisi. Dall’altra il cosmo a pagamento della comicità garbata, dell’informazione di qualità e delle partite di calcio. In mezzo, eterna discriminante, il denaro». [14] Bei: «La ”guerra” è ancora in pieno svolgimento e la battaglia finale, quella che ne deciderà le sorti si combatterà solo il prossimo anno. Nel 2010 infatti ci sarà la vendita collettiva dei diritti del calcio ”e chi si aggiudicherà le partite - spiega un manager di Sky - avrà in mano l’arma totale per schiacciare l’avversario”». [16]