Gianni Giacomino e Massimo Numa, La stampa 22/1/2009, 22 gennaio 2009
POLIZIOTTO INDAGATO SI UCCIDE A CASELLE
Suicida (forse) perché indagato dalla procura di Torino per un misterioso furto avvenuto nel lontano 2004. Da pochi giorni l’indagine era stata chiusa con un probabile rinvio a giudizio. La vittima è Roberto Tagliarino, 44 anni, assistente capo della polizia di Stato, in servizio all’aeroporto di Caselle. Laureato in giurisprudenza a pieni voti, appassionato di informatica tanto da essere inserito, poco tempo fa, nel team della Polaria che si occupa di sicurezza. Orfano, senza fratelli, un curriculum senza macchia. Dal ”94, neanche una sola nota disciplinare. Da qualche tempo viveva nella caserma di località Malanghero, a fianco dell’aeroporto.
Ieri mattina, come sempre, è sceso dalla sua stanza alle 8, è andato a prendere il solito caffè con un collega e poi - da un paio di giorni era in malattia per un’influenza - è risalito in camera («Scusami ma non mi sento bene, torno a dormire», ha detto) e s’è sparato un colpo di pistola alla tempia con l’arma di ordinanza. Morto sul colpo. E’ stata la sua fidanzata, Dora M., che lavora come cameriera in un locale del complesso aeroportuale, a dare l’allarme; lei era andata in ospedale per delle analisi e da lì ha telefonato a Roberto: «Non mi rispondeva mai, mi sono subito preoccupata e ho avvisato i suoi colleghi». Si conoscevano da due mesi ma era una vera storia d’amore. Lo aveva presentato ai familiari e alle amiche del cuore. Gli agenti hanno bussato alla porta della caserma, chiusa a chiave. Nessuno rispondeva dall’interno e i vigili del fuoco hanno sfondato la finestra. Roberto era disteso sul letto, ormai senza vita.
Non è stato trovato nessun scritto d’addio ma il dirigente di Polaria, il vicequestore Fulvio Azzolini, spiega che «solo l’analisi del suo pc potrà chiarire questo aspetto, se ha voluto dare una spiegazione a un gesto davvero inspiegabile». Il computer è stato sequestrato e ci vorrà tempo per avere risposte. Tagliarino era il segretario della sezione di Caselle del sindacato Fsp. Un uomo riservato, stimato da tutti ma molto geloso della sua vita privata. Dei problemi giudiziari non ne aveva parlato neanche con la sua fidanzata, con cui avrebbe dovuto iniziare a convivere fra pochi giorni.
Dora è in preda a uno choc terribile. «Perché l’ha fatto? Non aveva nessuna ragione di uccidersi, stavamo bene insieme, eravamo felici», continua a ripetere. Anche con i suoi superiori, Tagliarino non aveva mai dato segni né di depressione, né di un particolare turbamento per l’indagine della procura: «Non capisco perché mi abbiano coinvolto in questa storia - diceva - sarà pur vera la storia delle impronte, certo avrò sfiorato quel plico mentre depositavo altri atti ma che c’entro con il furto? Comunque chiarirò tutto con il pm». Sono le sue ultime parole.