Lorenza Sebastiani, Libero 17/1/2009, 17 gennaio 2009
IL VENTENNE CHE LE SUONERAì A OBAMA
Effettivamente qualcosa sta davvero cambiando. In un momento in cui in Italia si parla tanto di talenti veri o costruiti ”a tavolino” c’è un musicista di casa nostra che a giorni partirà per esibirsi al ”cospetto” di Obama. Francesco Cafiso non è un nome notissimo, se non per gli esperti del settore musicale.
Eppure il ragazzo, 19 anni, universitario come tanti, è uno dei talenti più promettenti del jazz a livello mondiale. Anzi, a dire il vero, un suo concerto del 2002 col pianista Franco D’Andrea rientra tra i venticinque eventi più importanti dell’intera storia del jazz. Il giorno dopo le esibizioni di Bruce Springsteen, Bono Vox, Stevie Wonder, Beyoncé al Lincoln Memorial, il giovane sassofonista siciliano suonerà in occasione della cerimonia di insediamento del Presidente Obama alla Casa Bianca, ospite di Wynton Marsalis e della Jazz at Lincoln Center Orchestra.
Invitato via e-mail
Il concerto si terrà lunedì prossimo, il ”Presidential Inauguration and Martin Luther King Jr. day”, (giornata dedicata al ricordo di importanti personalità, della democrazia e del jazz), nel prestigioso Eisenhower Theater at The Kennedy Center di Washington. Tutto è iniziato qualche giorno fa quando Francesco ha ricevuto una mail da parte del Lincoln Center, attraverso cui veniva invitato ufficialmente a suonare alla manifestazione, unico italiano. Partirà domani per gli Stati Uniti. Da solo, come se dovesse andare a suonare in un posto qualsiasi per poi tornare a casa appena finito, «perché a casa mi aspettano un sacco di impegni», dice lui. Un artista particolare, entusiasta e poco analitico: «Non so se sono un talento, non mi fermo mai ad analizzare me stesso. Preferisco studiare musica, crescere come musicista e suonare, semplicemente». Questo ”lasciarsi andare” è la filosofia alla base del jazz, che è soprattutto improvvisazione.
Infatti Francesco non sa ancora quali brani suonerà di fronte al Presidente americano. Dice che è normale, perché «nel jazz si fa così, si decide cosa suonare due minuti prima di iniziare». Racconta che da quando ha ricevuto quella mail, il cellulare squilla senza sosta, «mi hanno chiamato persino le mie professoresse di scuola». Preferisce non pensare a quello che succederà, ma sa chiaramente che quel giorno rappresenterà il suo Paese agli occhi del mondo: «Farò meglio che posso, prometto».
Allo stesso modo in cui Obama simpatizza per i talenti giovani, Francesco simpatizza per Obama e pensa che questo invito sia il «suo ennesimo gesto democratico». «Chiamare un ragazzo italiano come me, per suonare una musica tipicamente afroamericana è un segno di grande apertura. Stimo tanto Obama, per mille motivi, poi il tempo sarà giudice del suo operato. Spero di potergli stringere la mano e fargli i miei auguri per il suo mandato».
Gli esordi a 9 anni
E viva la meritocrazia, allora. Basta pensare che a soli nove anni il baby sassofonista siciliano suonava con musicisti del calibro di Gianni Basso e Bob Mintzer. Poi il grande Wynton Marsalis ne scoprì il talento nel 2002 e lo invitò a suonare con lui nell’European Tour del 2003. Ed è stato proprio il celebre trombettista a segnalare Francesco all’organizzazione dell’evento e allo staff di Obama, per averlo al suo fianco durante la cerimonia d’insediamento.
Cafiso, nonostante la giovane età, è ormai da tempo una star internazionale della musica, di quelli che lo sanno ma non se ne curano ossessivamente.
Per esempio non pensa a trasferirsi negli States, dove il jazz è nato, vissuto e prospera. «Forse più avanti andrò negli Stati Uniti, ma solo per periodi brevi, per imparare la lingua e capire meglio certe atmosfere del jazz. New Orleans non è mica più quella di Louis Armstrong. Del resto ci sono molti artisti italiani famosi nel mondo come Dado Moroni, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Dino Rubino. un grande momento per il jazz, anche qui in Italia».