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 2009  gennaio 20 Martedì calendario

«Sicuramente abbiamo ancora tanto da imparare, ma certo non da lui», rispondono affettuosamente Dolce & Gabbana a Giorgio Armani

«Sicuramente abbiamo ancora tanto da imparare, ma certo non da lui», rispondono affettuosamente Dolce & Gabbana a Giorgio Armani. A 24 ore dall’accusa di essere due copioni per aver attinto dagli archivi armaniani l’idea d’un pantalone trapuntato, Domenico & Stefano fanno sapere il loro punto di vista. Non con il fioretto, ma con una bella mazza chiodata, giusto per evitare equivoci. E il magico mondo della moda s’interroga speranzoso se sia per caso cominciato uno di quei bei tormentoni che hanno vivacizzato gli anni ’80-’90, con duelli fra stilisti passati alla storia tra battute al curaro, finte pacche sulle spalle e varie malignità. Come quando Armani diceva a Versace «Tu vesti le zoccole» e Gianni replicava «Tu vesti le suorine». Molti lo considererebbero un toccasana di vivacità vista la cupa atmosfera in cui si stanno svolgendo queste prime sfilate dell’annunciato horribilis 2009: gente poca, novità scarse, allegria zero. E infatti, al contrario delle epiche inimicizie di quegli anni, coltivate in un quadro economico ben diverso ma anche sdrammatizzate con lo humour, questo match fra Armani e i suoi ex amici Dolce & Gabbana, sa di bicarbonato. Dicono che al di là degli ormai famosi pantaloni trapuntati (e non si sa quanto copiati) Armani non abbia gradito le ripetute frequentazioni dei suoi testimonial eccell enti David e Victoria Beckham nelle boutique dolcegabbanesche. Ma il botto è arrivato con l’accusa di copiare. «Lo stile Armani non è mai stato per noi fonte d’ispirazione stilistica e da anni non guardiamo più le sue sfilate», è stata la replica tolta di peso dal freezer. E ancora: «Abbiamo fondato la nostra fortuna con uno stile, legato alla Sicilia, alle sue tradizioni oltre che alla sartorialità ». Non casuale la citazione della «madre » Sicilia: una delle ultime collezioni di Armani era ispirato proprio all’isola degli aranci. «Copiare gli altri è inevitabile - affondano D e G citando Picasso mentre copiare se stessi rende sterili». Che cosa si può dire in attesa di eventuali nuovi apporti alla commedia? Che pure bravi nei colori, gli attori hanno cannato clamorosamente l’armonia dei toni. Forse ad Armani sarebbe bastato dire quello che gli ha suggerito 24 ore dopo Donatella Versace e cioè «che essere copiati è comunque un onore». E forse Dolce e Gabbana, cui non manca lo spirito, potevano replicare con un leggero «chi non ha mai copiato scagli la prima pietra». Perché è bene ricordarsi per non sprofondare nel ridicolo, che pur sempre di mutande e magliette stiamo parlando. Lite In alto, Giorgio Armani; sotto, Dolce e Gabbana Gian Luigi Paracchini