Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 20 Martedì calendario

CITT DEL VATICANO

Ne parlò Madre Teresa ritirando il Nobel, la scandì la Thatcher il giorno della nomina a premier, la ricordò Clinton salutando Giovanni Paolo II. la «preghiera semplice» attribuita a San Francesco (nel dipinto), « ...Dove è odio, che io porti l’amore.
Dove è offesa, che io porti il perdono... », famosa e amata nel mondo. Solo che non è di San Francesco: la sua «vera storia» è stata raccontata ieri dall’Osservatore Romano
che la pubblicò, tradotta dal francese, il 20 gennaio 1916. Che l’attribuzione fosse falsa, più che dubbia, era noto agli esperti. Ma ora il quotidiano della Santa Sede ricostruisce il mistero di quei versi usciti in Francia nel 1912 sulla piccola rivista «La Clochette» e fatti pervenire al Papa nel 1915.
C’era la guerra, l’«inutile strage», e quella preghiera commosse Benedetto XV al punto che volle fosse ripresa dall’Osservatore: fu il suo lancio mondiale.
Forse la sua semplicità e dolcezza favorirono la falsa attribuzione. Resta tuttavia ignoto il nome del vero autore.
G. G. V.