(Leonetta Bentivoglio, la Repubblica 11/1/2009), 11 gennaio 2009
Werner Herzog, figlio di due biologi, crebbe come un enfant sauvage in piena campagna. Solo da adulto conobbe radio e tv, vide la prima auto a dodici anni, fece la sua prima telefonata a diciassette
Werner Herzog, figlio di due biologi, crebbe come un enfant sauvage in piena campagna. Solo da adulto conobbe radio e tv, vide la prima auto a dodici anni, fece la sua prima telefonata a diciassette. Suo progetto: mettere in scena le opere di Richard Wagner nel teatro di Sciacca, in Sicilia: « un teatro fantasma che non è mai stato aperto: nessuno lo gestisce, nessuno ci lavora, nessuno lo ha inaugurato; non ha passato né presente né futuro». Perfetto per l’ ”Anello del Nibelungo”, avrebbe voluto farlo saltare in aria nell’ultimo atto, dopo aver messo al sicuro orchestra, cantanti e spettatori. Aveva già contattato esperti di demolizioni del New Jersey: «Ma il cemento con cui è fatto è così solido, pesante e abbondante che ci vorrebbe una quantità mostruosa di dinamite per buttarlo giù, e si distruggerebbe mezza città».