(Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 14/1/2009), 14 gennaio 2009
Enrico Morando spedito da Veltroni a fare il commissario del Pd a Napoli dopo le dimissioni di Luigi Nicolais
Enrico Morando spedito da Veltroni a fare il commissario del Pd a Napoli dopo le dimissioni di Luigi Nicolais. Stupito perché appena atterrato a Capodichino trovò un gruppetto di tassisti che lo incitava: «Io non sono noto al grande pubblico perché in tv ci vado poco. In più ho appena tagliato i capelli e avevo un berretto di lana sugli occhi; sa com’è, soffro di sinusite. Eppure mi hanno riconosciuto e incoraggiato. Un bel debutto, no?». I nuovi collaboratori gli hanno regalato un blocco di foglietti, chiuso in una confezione con la scritta «I pizzini» e un calendario con 365 proverbi napoletani (quello del giorno del suo arrivo diceva: «San Genna’ pienzece tu»). Per i prossimi mesi da martedì a giovedì resterà a Roma, in Senato. Gli altri giorni li passerà a Napoli. Con la famiglia (moglie e due figli), che sta a Novi Ligure, cercherà di vedersi appena possibile. Di lui Andreotti ha detto: « molto sottile, quando parla di economia in Senato lo ascolto con attenzione». abituato a stare nelle minoranze: «Al liceo ero trotzkista. All’università con il mio professore, Piero Bolchini, un moderato, fummo murati vivi a Palazzo Balbi durante una lezione: sì, un muro eretto da un professore rivale, capo del movimento luddista. Poi, nel Pci, ero con i miglioristi. Al congresso di Pesaro mi candidai contro il vincitore annunciato, Fassino».