Andrea De Biase e Fabrizio Massaro, MilanoFinanza 15/1/2009, 15 gennaio 2009
MADOFF, UNICREDIT SOTTO CLASS ACTION
Si fa più critico il coinvolgimento di Unicredit nel crack Madoff. Sebbene il rischio diretto dell’istituto guidato da Alessandro Profumo sia limitato a 75 milioni di euro, il fatto che alcuni fondi gestiti dalla controllata Pioneer e dall’austriaca Bank Medici (partecipata al 25% da Piazza Cordusio) siano pesantemente esposti verso la società di investimento Usa, spiana la strada alle azioni civili da parte dei clienti degli stessi fondi. Una eventualità, quest’ultima, che si è già verificata. Lunedì 12 Repex Venture Sa, una società di investimento delle Isole Vergini britanniche, cliente di uno dei fondi di Bank Medici, ha depositato al tribunale di New York una citazione per avviare la class action nei confronti di Madoff e delle società e dei fondi Unicredit coinvolti nella vicenda. E’ la prima causa di questo tipo tentata nei confronti di un istituto italiano per il crack da 50 miliardi di dollari. Potenzialmente essa potrebbe pesare fino a 805 milioni di euro, ovvvero l’ammontare dell’esposizione indiretta dei clienti Unicredit a Madoff.
Oltre al finanziere americano (che ieri ha ottenuto nuovamente di non essere arrestato) e alla sua società, nel documento di cui MF-Milano Finanza ha ottenuto copia vengono chiamati in causa anche i fondi Primeo, Herald e Thema, ma soprattutto Bank Medici, Bank Austria, Pioneer Alternative Investments e la capogruppo Unicredit. A questi si aggiungono Ernst & Young, in qualità di revisore di due dei tre fondi, Sonja Kohn, principale azionista di Bank Medici, e Peter Scheithauer, ceo della banca privata austriaca.
Nei confronti di tutti questi soggetti, l’accusa mossa dai promotori dell’azione collettiva è di aver consentito a Madoff, almeno dal gennaio 2004, di portare avanti la truffa con quantomeno l’acquiescenza delle banche e dei fondi che lo foraggiavano con i soldi degli investitori promettendo loro ritorni mirabolanti, anche del 10% l’anno.
E’ proprio questo uno dei punti contestati da Repex Ventures: «I gestori dei fondi Herald, Primeo e Thema non informarono i propri clienti di operare come dei feeder funds (fondi collettori, ndr) per Madoff. Il finanziere americano, inoltre, «proibì agli stessi fund managers di fare riferimento a lui quale vero gestore nelle loro informative di mercato o di performance». Una seconda forte contestazione sta nelle due diligence, che per Repex non sarebbero state compiute in maniera accurata: «Se i gestori dei fondi Herald, Primeo e Thema avessero condotto due diligence su Madoff avrebbero scoperto almeno qualche dozzina di red flags (segnali d’allarme, ndr)». Una circostanza, fra le varie citate, appare sconcertante agli uomini di Repex: «I revisori di Madoff, Freihling & Horowitz, avevano un solo ufficio a Rockland County, New York, con tre impiegati, di cui uno 78enne residente in Florida, e un’altra era una segretaria».